Il 2022 che si sta concludendo può essere visto come il primo anno di un lungo e faticoso processo legato alla transizione ecologica della società occidentale. I costi di benzina e diesel, che a breve torneranno a crescere a causa della riduzione dello sconto sulle accise da parte del Governo, rappresentano solo un campanello d’allarme per uno scenario che a breve cambierà con maggiore intensità.
Benzina e diesel, la riconversione entro il 2035
Lo scenario geopolitico internazionale e la crisi tra la Russia e l’Ucraina con la conseguente speculazione sui prezzi legati ai combustibili fossili ha accelerato l’iter dell’Unione Europea verso la transizione green di un’economia sostenibile.
La mobilità europea è destinata a cambiare. Con una risoluzione di Bruxelles, infatti, tutti i paesi membri dell’Unione si sono impegnati a bloccare la produzione in proprio di auto a benzina e a diesel entro e non oltre il 2035. A partire da questa data, nel nostro continente, nessun’azienda avrà la possibilità di mettere a punto un veicolo a benzina o a gasolio.
L’Unione Europea andrà quindi ad investire miliardi di euro nella produzione di vetture che saranno alimentate ad elettricità o che avranno una propulsione ibrida. Le aziende leader del settore avranno quindi poco meno di 15 anni di tempo per procedere ad un’evoluzione delle loro tecnologia in vista di tale obiettivo.
La riconversione quasi immediata della produzione andrà ad incidere anche sulle abitudini dei cittadini. Nel corso dei prossimi anni, infatti, l’UE si aspetta che aumenti sempre di più il numero dei cittadini con auto elettriche in loro possesso.