Nel 2018, Huawei era destinata a diventare il primo produttore di smartphone al mondo. Tuttavia, dopo il ban imposto dagli Stati Uniti, la situazione è totalmente cambiata. L’ex Presidente Trump ha inserito l’azienda tra quellin black list e ha, di fatto, impedito l’utilizzo di ogni tecnologia sviluppata dagli USA.
Huawei ha potuto solamente subire la decisione da allora la situazione si è fatta sempre più difficile. Il gigante tecnologico Cinese ha dovuto rinunciare alle ultime versioni di Android, ai servizio Google e all’utilizzo delle tecnologie 5G, solo per citarne alcune. Le ripercussioni sono state gravissime per le vendite internazionali e le casse del brand.
Il presidente di Huawei, Yu Chengdong (Richard Yu), ha dichiarato che l’azienda non sta più lottando per il primato nel settore smartphone ma si sta lottando per sopravvivere. Queste affermazioni alla fine potrebbero portare a decisione drastiche.
Huawei sembra intenzionata a ritirare i propri prodotti dal mercato Europeo e concentrarsi esclusivamente sulle vendite in Cina
Huawei potrebbe ritirare i propri prodotti dall’Europa in maniera definitiva. La decisione non è ancora stata presa in maniera ufficiale e il brand sta valutando attentamente il da farsi. Inoltre, la presenza del Brand nei vari Paesi nel Vecchio Continente sta diminuendo come dimostra lo spostamento di tutte le attività nel quartier generale di Düsseldorf in Germania.
Ecco quindi che la decisione, come riportato da Gizchina, è legata a fattori di natura prettamente economica per massimizzare gli sforzi. Accentrando tutte le funzioni nel quartier generale Europeo è possibile avere la situazione sotto controllo e intervenire tempestivamente in caso di bisogno. In questo modo, la struttura organizzativa diventa più snella e più veloce.
Tuttavia, resta il problema che il produttore non può realizzare SoC più prestazionali in quanto richiedono l’accesso a tecnologie moderne precluse dal Ban. Questa situazione porta all’impossibilità di inserire il supporto, per esempio, al 5G. Inoltre i device cinesi non supportano i servizi Google e quindi sono preclusi tutte le app di uso comune da noi come Gmail e Maps. Inoltre, un ulteriore fattore da non trascurare è che il brand ha subito un danno d’immagine notevole e la fiducia dei consumatori è tutta da ricostruire.