Sono serviti ben 10 chilometri di diametro per porre fine all’esistenza dei dinosauri non aviani e di tanti altri gruppi animali e vegetali. Come ben sappiamo la grande causa che provocò l’estinzione dei rettili è strettamente riconducibile ad un enorme asteroide denominato Chicxulub. Senza di questo i famosi rettili oggi sarebbero ancora vivi e avrebbero un aspetto completamente diverso.
Dinosauri: come sarebbero oggi gli esemplari?
In quel grave impatto persero la vita più del 75 percento delle specie viventi del periodo. E ovviamente, visto che piove sempre sul bagnato, a dare il colpo di grazia furono anche gli incendi devastanti, un terribile terremoto durato mesi, degli tsunami senza precedenti e un rigido “inverno da impatto”, che per anni fece scomparire il Sole. Quest’ultimo provocò la morte di migliaia di piante carenti di fotosintesi, e a seguire portò la scomparsa della fauna partendo dagli erbivori.
L’unica specie che si salvò era quella dei dinosauri aviani, che ad oggi altro non sono che uccelli. Fu grazie a questi che nacque l’uomo a seguito della loro evoluzione in moltissime specie. Insomma, se oggi esistiamo è inverosimilmente merito dei dinosauri non aviani e quindi dell’asteroide che li colpì. Qui è proprio il caso di dire il celebre detto latino “Mors tua, vita mea”.
I dinosauri avevano un limite (che non è quello delle braccia), ovvero di poter crescere in dimensioni, ma non in intelletto. Infatti il loro cervello rimase piccolo nell’arco di tutta la loro esistenza sulla Terra. Quanto al tirannosauro e i dinosauri dal becco d’anatra svilupparono cervelli molto avanzati, ma mai quanto quelli di un uomo qualsiasi