Lensa non è uno strumento intelligente qualunque. Questo tool dotato di IA genera ritratti sbalorditivi partendo da semplici scatti fotografici. Con l’aiuto dell’intelligenza artificiale di cui dispone, questo strumento riesce a farci sentire quasi degli artisti, anche se per pochi istanti. Lensa, tuttavia, è oggetto di crescenti critiche riguardanti le sue politiche sulla privacy, tema ormai fortemente dibattuto, e altre questioni di tipo etico.
Il software Lensa è balzato in cima all’App Store con i suoi ritratti artistici che stanno riscuotendo un rapido successo tra gli utenti già da un po’ di tempo. Probabilmente ne avrete già sentito parlare. I ritratti artistici generati da quest’app sono virali su svariate piattaforme di social media. Servono solo pochi secondi per utilizzarla. Il primo passo è caricare un minimo di 10 foto di se stessi, per un massimo di 20 foto complessive. Le foto saranno caricate sull’app e trasformate con l’aiuto dell’IA in una varietà di opere d’arte. Tra l’altro, per avere l’accesso completo a tutti gli scatti ottenuti è necessario pagare una piccola somma. Questa cifra irrisoria pare non sia un gran problema per molti utenti disposti a pagare pur di ottenere le foto finali. Il risultato è molto realistico e sembra valerne la pena.
Alcuni utenti hanno iniziato ad utilizzare le foto ottenute con Lensa come avatar/immagine del profilo. Un successo incredibile e improvviso per il software che è partito proprio da questo. Tuttavia, quello stesso successo ha portato a molte preoccupazioni e critiche sui modi in cui sistemi simili con intelligenza artificiale potrebbero violare sia la privacy delle persone che lo utilizzano sia la proprietà artistica delle persone che hanno creato le opere, i quadri, le sculture e tutti gli stili da cui l’app prende in prestito del materiale.
Successo senza sosta per app con IA come Lensa, dubbi e critiche degli utenti
L’immediatezza dell’app è un’arma a doppio taglio in questo senso. Rende tutto molto rapido, accessibile e appunto immediato, sia per chi lo utilizza che per chi è dietro le quinte dell’intero meccanismo. Difficile anche debellare del tutto software di questa fattispecie, laddove mancanti di rispetto della privacy, proprio per la facilità con cui si diffondono e piacciono. In pochi secondi è possibile utilizzare queste app e in pochi secondi è anche possibile farne una simile. Rimossa una ce ne sarà probabilmente già un’altra pronta all’uso, magari anche con le stesse problematiche etiche.
Le preoccupazioni concerni le leggi sulla privacy hanno perseguitato molte app di fotoritocco in passato, in particolare quelle che apparentemente sono diventate popolari più rapidamente. Un po’ quel che è successo con Lensa, anche se non si tratta di un’app di fotoritocco. L’applicazione esiste dal 2018, quindi non è così recente come si potrebbe pensare, ma lo è il suo successo a livello globale. Le foto generate dall’AI con questi richiami fortemente artistici sono stati aggiunti da poche settimane, per l’esattezza da novembre dell’anno corrente. Nel giro di poco tempo c’è stato il boom dei download e degli utenti interessati.
Non solo Lensa, anche altre applicazioni sono criticate per questioni etiche e problemi di privacy
Nel 2019, ad esempio, sono sorte preoccupazioni simili attorno a FaceApp, che consente agli utenti di caricare foto di se stessi o altre persone e ritoccarle. Ciò che nel 2019 ha portato FaceApp a così tanto successo è stato l’effetto per invecchiare i volti delle foto caricate. Tutti gli utenti, spinti da semplice curiosità, hanno iniziato a scaricare l’app e caricare ogni genere di selfie. Tutto senza sapere che ogni singola foto caricata ha messo a repentaglio la privacy di ciascun utente.
La stessa cosa è successa nel 2020 con un’altra app chiamata Reface che consente alle persone di mettere l’immagine del proprio volto all’interno di GIF famose sul web. Le immagini ottenute sono diventate virali, ma anche le preoccupazioni sull’uso che fanno le aziende di queste immagini sono diventate virali a macchia d’olio, aggiungerei fortunatamente. Anche se, come accennavamo prima, quando un contenuto, un’app, o una qualsiasi cosa, diventa così virale, è difficile fare marcia indietro.
In entrambi i casi appena citati, le app promettevano agli utenti il massimo rispetto della loro privacy e delle immagini caricate. Tuttavia, basta indagare un po’ e leggere con attenzione termini e condizioni di queste app e si nota fin da subito che spesso sono dei termini e condizioni fin troppo generici. Purtroppo, nessuno di noi legge realmente i termini e le condizioni, ed è proprio su questo che puntano queste aziende con cattive intenzioni.
Termini e condizioni sbagliate sembrano essere una delle cause principali dei problemi di privacy
Lensa è stata oggetto di molte critiche, simili a quelle riservate ad applicazioni come Reface o FaceApp. Nei termini e condizioni dell’app, infatti, compare la dicitura tipica di questi software poco sicuri, in cui si promette all’utente il rispetto della sua privacy per poi ribadire che l’azienda entra in possesso di tutti i diritti dell’utente e di ciò che carica. Un modo generico per dire che con quei contenuti possono farci quel che vogliono. Possono rivenderli, utilizzarli a scopi di marketing, e tanto altro.
Il motivo per cui molte app includono termini e condizioni poco chiare o fin troppo generiche, è spesso perché scriverle in termini più ampi e dettagliati consente alle aziende di non poter abusare delle proprie autorizzazioni in alcun modo. Tecnicamente, non possono neanche con dei termini e condizioni standard e generici. Tuttavia, in quanto generici, sono aperti alla libera interpretazione. Questo significa anche che agli utenti viene lasciato poco spazio e modo per poter controllare l’uso che viene fatto delle loro immagini una volta che sono state caricate, e nessuna vera forma di ricorso permette loro di agire in un secondo momento.
Lensa afferma nella sua politica sulla privacy che le immagini vengono utilizzate solo per gli effetti tra cui scegliere. La società ha dichiarato a TechCrunch che le immagini vengono eliminate una volta che sono state utilizzate dal suo sistema dotato di intelligenza artificiale, anche se persino questo ha suscitato la preoccupazione di molti utenti ed esperti. Poiché le immagini degli utenti vengono inserite in un set di dati ed è abbastanza imprevedibile o poco noto quel che avviene concretamente a questo database.
Privacy ma anche problemi sulla proprietà intellettuale e altre critiche mosse sul piano etico
Altre preoccupazioni sono state espresse sul contenuto delle immagini, piuttosto che su come vengono utilizzate e prodotte. Questa opzione creata di recente per ottenere le immagini di tipo artistico – parte di una categoria di tecnologie che possiamo definire Stable Diffusion – è stata ottenuta allenando l’IA su una serie di immagini che includeranno inevitabilmente alcuni bias. Molti utenti riferiscono che il sistema risulta più efficiente se utilizzato con foto di persone bianche, probabilmente perché maggiormente presenti nelle immagini testate inizialmente. Dunque, non solo problemi di privacy ma anche etici.
La tecnologia che prende il nome di Stable Diffusion ha anche affrontato altre critiche in passato sul modo in cui può essere utilizzato per creare materiale pornografico, senza il consenso della persona raffigurata. Poiché Lensa è costruito sullo stesso sistema potrebbe incorrere in alcuni degli stessi problemi. È in corso un dibattito all’interno della comunità artistica sulla possibilità di utilizzare il sistema in questo senso, appropriandosi anche di immagini e contenuti modificandone la natura originale. In un recente aggiornamento l’azienda che ne se ne occupa ha apportato delle modifiche che hanno reso più difficile realizzare immagini NSFW e altro ancora. Per molti utenti questo non è sufficiente.
Altre critiche si sono concentrate su tali sistemi di intelligenza artificiale più in generale, oltre che nel caso specifico della nuova popolare app per ritratti artistici. Molti di questi sistemi sono stati accusati di rubare lo stile – e talvolta immagini reali – di artisti, per poi usarli senza permesso. Su alcuni sistemi, ad esempio, è possibile dire esplicitamente all’IA di generare un’immagine nello stile di un artista specifico. (Questo è stato un altro cambiamento nel recente aggiornamento del modello Stable Diffusion). Questa facilità con cui si ottengono in qualche modo delle opere d’arte digitali va a screditare il lavoro di chi si occupa davvero di arte, secondo alcune critiche.
Le dichiarazioni dell’azienda che ha ideato e realizzato il software alla base di Lensa
Prisma Labs, la società dietro l’app, ha cercato di affrontare alcune delle preoccupazioni sul modo in cui funziona Lensa in un thread pubblicato su Twitter. L’azienda ha cercato di toccare un po’ tutte le tematiche: le preoccupazioni sulla privacy, sull’aspetto etico, su ciò che potrebbe accadere, sulla proprietà intellettuale e così via. “Non appena gli avatar vengono generati, le foto dell’utente e il modello associato vengono cancellati definitivamente dai nostri server. E il processo ricomincia da capo per la richiesta successiva”, ribadisce più volte l’azienda cercando di difendersi. Inoltre, l’azienda precisa che a suo dire queste immagini ottenute con Lensa per quanto ben fatte e belle visivamente, non riuscirebbero mai a screditare il lavoro dal vivo o digitale di alcun artista.
“L’intelligenza artificiale produce immagini uniche basate sui principi derivati dai dati, ma non può ideare e immaginare le cose da sola. Poiché il cinema non ha ucciso il teatro e il software di contabilità non ha sradicato la professione, l’intelligenza artificiale non sostituirà gli artisti. Anzi, può diventare un ottimo strumento di supporto nella creazione dell’arte“, ha osservato l’azienda. “Riteniamo inoltre che la crescente accessibilità degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale non farebbe altro che rendere l’arte ottenuta digitalmente più apprezzabile e meno vessata, dal momento che qualsiasi industrializzazione soprattutto se tecnologia apporta valore alle opere artigianali”.
Il futuro di app come Lensa e software simili secondo alcuni utenti
Anche queste osservazioni e queste ultime dichiarazioni da parte dell’azienda hanno generato nuove e ulteriori critiche. In particolare da parte di persone che hanno notato che i dati utilizzati per addestrare il modello dell’IA su cui si basa Lensa sono proprio immagini di opere d’arte di altri artisti. Quindi, è a loro dire contradditorio ritenere che non ci sia alcun tipo di svalutazione degli artisti stessi – quelli veri. Se non c’è una forma di svalutazione, c’è sicuramente una forma di imitazione che a lungo andare può sortire effetti contrari a quelli voluti. “Stai usando il lavoro degli altri per imitare e addestrare un computer e replicare lo stile di tali artisti“. scrive un utente. “Non sosterrò mai nessuna azienda come questa e vedo che molti altri utenti per fortuna si sentono allo stesso modo”.