Gli sforzi degli scienziati per costruire punti quantici ‘giganteschi’, che emettono luce con una durata cinquecento volte maggiore, hanno avuto successo. I ‘punti quantici’ sono nanocristalli di semiconduttori colloidali delle dimensioni di un elettrone. Quando esposti alla luce, questi nanocristalli emettono un bagliore luminoso.
I ricercatori dell’Università di Chicago sono stati in grado di produrre efficacemente questi elementi che, quando luminosi, emettono luce per un periodo di tempo superiore a 500 nanosecondi, stabilendo un nuovo record nel processo. In poche parole, il team di sviluppo ha inventato una struttura rivoluzionaria che, applicata all’interno di un nucleo o di un’eterostruttura a guscio, permette agli elettroni di focalizzarsi su particolari punti.
Quali sono alcuni possibili vantaggi che potrebbero derivare da questa scoperta? Il Professore di Chimica presso l’Università della California, Preston Snee, ha dichiarato in una dichiarazione che le proprietà del materiale “creano strade per lo sviluppo di altri nuovi materiali avanzati e potrebbe consentire nuove applicazioni per l’ottica.’
Inoltre, le proprietà ottiche eccezionalmente robuste dei punti quantici consentono di sviluppare display che consumano meno energia (o persino computer quantistici) e di utilizzarli come sonde fluorescenti nella ricerca biologica. Queste applicazioni sono rese possibili dal fatto che i punti quantici possono sopportare livelli di stress estremamente elevati. L’uso dei punti quantici è ciò che consente a entrambi questi vantaggi di diventare una realtà. Questi sono da dieci a cento volte più assorbenti dei coloranti organici e sono praticamente totalmente resistenti agli effetti del fotosbiancamento (e sono utilizzati nel nuovo Samsung QLED-TV).
In poche parole, un avanzamento che, a molti, può sembrare di poco conto; è comunque un piccolo (grande) aspetto che darà una mano alla ricerca, sia in ambito medico che non.