Nella bozza di Legge di Bilancio 2023 c’è una norma che applica i pagamenti con i Pos. Questa revede l’esonero dall’obbligo di accettare carte di credito e bancomat per incassi inferiori a 30 euro.
Secondo quanto previsto dalla manovra approvata in Cdm, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy stabilirà entro giugno (180 giorni) i “criteri di esclusione al fine di garantire la proporzionalità della sanzione e assicurare l’economia delle operazioni in relazione ai loro costi”.
Nel frattempo sono sospesi i procedimenti ei termini per l’adozione delle sanzioni. O quelli che prevedevano un fisso di 30 euro più il 4% della transazione negata. Dopo l’esenzione per i tabaccai sui valori di bollo, è arrivata dunque una nuova normativa che farà gola ai commercianti.
Le sanzioni erano state introdotte con il decreto legge n.36 perché previste dal Recovery Plan come uno degli obiettivi da raggiungere a giugno 2022. Nel frattempo è nato lo strano fronte dei commercianti No Pos: cioè quelli che hanno detto no ai pagamenti elettronici per “non ingrassare le banche“.
E insieme sono arrivate le prime storie su categorie che si sono rifiutate di usufruirne, come i tassisti. Si era sviluppata anche una polemica sul costo dell’affitto del Pos. La provvigione media pagata, secondo i calcoli di uno studio da lui citato La stampa, è dello 0,9%. Lo 0,54% finisce nei circuiti internazionali come Visa o Mastercard. Il resto va alle banche italiane. Per i piccoli esercenti il conto ammonta all’1,32%. Lo 0,78% in questo caso finisce con i creditori.