Le nazioni hanno concordato di proteggere la natura entro il 2030 in un accordo storico volto a salvaguardare la biodiversità.
Ci saranno anche obiettivi per proteggere gli ecosistemi vitali come le foreste pluviali e le zone umide oltre al rispetto dei diritti delle popolazioni indigene.
L’accordo al vertice sulla biodiversità delle Nazioni Unite COP15 a Montreal, in Canada, è arrivato lunedì mattina presto. Il vertice era stato spostato dalla Cina e rinviato causa Covid.
La Cina, responsabile della riunione, ha abbassato il martelletto sull’accordo nonostante un’obiezione dell’ultimo minuto da parte della Repubblica Democratica del Congo.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha salutato l’accordo e ha dichiarato: “Stiamo finalmente iniziando a stringere un patto di pace con la natura“.
I punti principali includono:
“È davvero un momento che segnerà la storia come ha fatto Parigi per il clima“, ha detto ai giornalisti il ministro canadese per l’ambiente e il cambiamento climatico Steven Guilbeault. L’accordo sul clima di Parigi ha visto le nazioni concordare nel 2015 per mantenere l’aumento della temperatura mondiale al di sotto dei 2°C.
Il vertice di Montreal era stato considerato come “l’ultima possibilità” per rimettere la Terra sulla via della ripresa. Durante i colloqui c’è stata divisione su come finanziare i piani.
Un grande punto critico riguardava come finanziare gli sforzi di conservazione nelle parti del globo che ospitano alcune delle biodiversità più straordinarie del mondo.
La biodiversità si riferisce a tutti gli esseri viventi della Terra e al modo in cui sono collegati in una complessa rete di vita che sostiene il pianeta.
I delegati hanno convocato una sessione completa del vertice lunedì mattina presto dopo ore di ritardo, ma poi hanno concordato rapidamente il testo.
Il presidente della COP 15, il ministro Huang Runqui, ha dichiarato l’accordo approvato nonostante le obiezioni della Repubblica Democratica del Congo, che ha affermato di non poter sostenere l’accordo.
Georgina Chandler, consulente senior per le politiche internazionali della Royal Society for the Protection of Birds, ha affermato che le persone e la natura dovrebbero stare meglio grazie all’accordo raggiunto a Montreal.
“Ora che è fatto, i governi, le aziende e le comunità devono capire come contribuiranno a trasformare questi impegni in realtà“.