Cosa hanno in comune un giubbotto antiproiettile con la pizza? Assolutamente nulla, o almeno così sembrava fino a dieci minuti fa. La verità è entusiasmante, perché anche se vi sembrerà impossibile, questo salvavita è stato inventato da un fattorine delle pizze. Forse aveva un altro scopo? Lo scopriremo tra pochissimo.
Nessun altro scopo se non quello che già conosciamo. Richard C. Davis era un marine e veterano della seconda guerra mondiale diventato proprietario di una pizzeria. Egli nel 1969 a Detroit, durante una consegna in un brutto quartiere, venne attaccato da tre uomini armati i quali gli spararono facendolo finire in ospedale con un proiettile conficcato nella parte posteriore della coscia e l’altro vicino alla tempia.
Lo stesso Davis ferì due dei tre uomini poiché anch’egli possedeva delle armi (ma questo ora cade in secondo piano). Ciò che è veramente assurdo è che da questo spiacevole evento a Richard venne l’idea di creare un giubbotto antiproiettile
per uso civile. Una cosa va detta: in passato esistevano già delle versioni militari utilizzate durante la guerra del Vietnam. Queste però erano “pesanti“, “ingombranti” e “fornivano una protezione limitata dai proiettili ad alta velocità” in quanto contenevano piastre d’acciaio legate insieme da altri materiali. Davis quindi pensò di sostituire tale sistema con il “nylon ad alta tenacità“, un materiale leggero e flessibile perfetto per camicie e gilet.Dopodiché utilizzò il Kevlar, originariamente sviluppato nel 1965 per sostituire l’acciaio nei pneumatici da corsa, ma con una resistenza dieci volte maggiore dell’acciaio a parità di peso. Dopo anni di esperimenti Davis decise di mettere in piedi una vera e propria azienda dedicata, col nome di Second Chance. Quest’ultima fu acquistata nel 2005 da Armor Holdings per 45 milioni di dollari.