Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica Alessio Butti fa un sostanziale dietrofront sul Sistema Pubblico di Identità Digitale: “Non c’è intenzione di disperdere l’esperienza e il patrimonio innovativo della Spid, ma la volontà di migliorarlo e farlo evolvere per creare un modello digitale” ha spiegato.
Questo perché, secondo lui, ” l’identità digitale è il perno della cittadinanza digitale e deve essere gestita direttamente dallo Stato, come prevede la normativa europea“. Lo definisce un cambiamento necessario “in nome della modernità e della semplificazione della vita dei cittadini”, e sottolinea che il “processo di razionalizzazione delle identità digitali proseguirà in modo aperto e condiviso, in dialogo con tutti gli organi coinvolti ”.
La precisazione arriva dopo quanto dichiarato dallo stesso Butti alla festa per il decennale di Fratelli d’Italia: “Bisogna cominciare a spegnere lo Spid e promuovere la carta d’identità elettronica come unica identità digitale, nazionale e gestita dallo Stato
“. Una dichiarazione che aveva riacceso il dibattito intorno al sistema che oggi rappresenta la chiave di accesso ai servizi online della Pubblica Amministrazione.A cominciare dalle polemiche di Matteo Renzi e Marianna Madia, rispettivamente premier e ministro per la Pa quando è stato introdotto lo Spid. “Dopo il balletto indecoroso sul Pos e la miope scelta di cancellare 18app, adesso il governo Meloni prova a spegnere anche lo Spid. Ma perché la Meloni ha tanta paura dell’innovazione?”.
Per poi aggiungere: “È una novità del nostro governo, che ci invidiano anche altri Paesi europei, sui quali per una volta siamo arrivati primi. Il governo torni indietro, si fermi prima di fare un’altra brutta figura: diciamo basta alle scelte contro i cittadini. Viva la modernità e l’innovazione”.