Un’immagine rilasciata dall’ESO mediante l’utilizzo del Very Large Telescope, ci ha mostrato chiaramente una nebulosa oscura. Ma cos’è esattamente? Stiamo parlando della Nebulosa Cono, la quale fa parte di un complesso decisamente più grande a 2.500 anni luce di distanza, il quale prende il nome di NGC 2264 e che può essere trovato nella costellazione dell’Unicorno.
Tuttavia, non tutte le nebulose presenti nell’universo sono splendenti o addirittura costituite da colori appariscenti. Di fatti, ce ne sono alcune che sono scure, con strati spessi di polvere che assorbono tutta la luce visibile. Solamente la luce a lunghezze d’onda sono invisibili all’occhio umano, come può essere ad esempio la luce a infrarossi o le onde radio; quindi, queste riescono a penetrare queste “corazze” di polvere
.Strutture di questo tipo vengono anche comunemente definite come “nubi molecolari” e sono essenzialmente dei luoghi in cui prendono vita le piccole stelle. La polvere riesce ad essere un efficiente emettitore di luce infrarossa, che riesce a portare via l’energia termica e raffredda la nuvola. Orfana della pressione verso l’esterno fornita dal calore, la gravità travolge i grumi di polvere e gas, costringendoli a riunirsi e a formare i semi delle stelle.
Successivamente, arrivati a una certa massa, la stella va a produrre quello che gli astronomi chiamano in linguaggio tecnico “feedback“, ossia dei getti di plasma accelerati dalle linee del campo magnetico della stella che vanno a creare una potente pressione di radiazione generata dalla luce ultravioletta. Questo conferisce alla Nebulosa Cono la sua forma molto riconoscibile.