Freddo, caldo, ristretto, americano, in vetro, in tazza, zuccherato, o amaro: davanti ad un buon caffè nessuno è in grado di resistere. La famosa bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali che appartengono al genere Coffea, parte della famiglia botanica delle Rubiacee, è amata in tutto il mondo e in pochi sarebbero in grado di rifiutarla. A meno che questa… non finisca nella lista nera dei prodotti ritirati.
Prodotti ritirati: allarme caffè contaminato
A pochi passi dal Natale è arrivata la notizia che nessuno avrebbe mai voluto ricevere: il Ministero della Salute avrebbe richiamato alcune cialde di caffè per una ragione ben precisa, ovvero “potenziale valore di ocratossina oltre il limite di legge”. I prodotti ritirati si distribuiscono in una serie di lotti di diversi marchi. Nel primo caso il nome del produttore è Caffè trombetta Spa. La sede dello stabilimento si trova in Pomezia (Roma) – Via dei castelli romani, 132. Il lotto di produzione richiamato è: 02AD07B. La data di scadenza è: 07/02/24 mentre il formato è di 55 grammi.
Il secondo richiamo coinvolge il marchio di identificazione Zio d’America. Il nome o ragione sociale dell’OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato è Lo Zio d’America. Il lotto di produzione richiamato è: 01CD07B. La data di scadenza è: 07/02/24 mentre il formato è di 55 grammi.
Il terzo prodotto finito nel vortice delle polemiche appartiene sempre a Zio d’America, dunque il nome o ragione sociale dell’OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato è Lo Zio d’America. Il lotto di produzione richiamato è: 02CD05B. La data di scadenza è: 05/02/24 mentre il formato è di 275 grammi.
Infine c’è il marchio di identificazione Consilia. Il nome o ragione sociale dell’OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato è Sun soc. cons. a r.l. Il lotto di produzione richiamato è: 01DD04B. La data di scadenza è: 04/02/24 mentre il formato è di 126 grammi.
Dunque, chiunque si fosse imbattuto in uno dei prodotti ritirati sopra elencati non dovrà fare altro che non consumarli e in caso restituirli presso i punti vendita d’acquisto anche senza lo scontrino per il rimborso o la sostituzione.