La notizia che ha fatto da miccia al fenomeno è quella pubblicata non troppi giorni fa, in cui il Ministro dell’Istruzione annunciava che presto i telefonini sarebbero stati banditi dalle classi, poichè ritenuti fonte di distrazione da parte degli alunni. Lo stesso Massimo Gramellini, voce autorevole del Corriere della Sera, con un suo articolo ha ribaltato il pensiero, affermando al contrario che sarebbe più utile trarre vantaggio dalla tecnologia, piuttosto che bandirla definitivamente dalle aule, in quanto lo smartphone potrebbe essere fonte di conoscenza e di approfondimento, se utilizzato correttamente.
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In pochissimo tempo si sono create vere e proprie fazioni che spingono da una parte piuttosto che dall’altra, riteniamo indubbiamente che la tecnologia possa essere il valore aggiunto per una migliore istruzione dei ragazzi, il mezzo ideale che permetta di raggiungere una maggiore conoscenza con un semplice tap.
Il problema risiede proprio nell’impossibilità di controllarne l’utilizzo tra i banchi di scuola, proprio perché siamo consapevoli che la maggior parte dei giovani utilizzerebbe lo smartphone per navigare sui social o chattare con amici, riducendo al minimo l’approfondimento scolastico. La soluzione migliore sarebbe trovare il giusto compromesso tra le parti, ovvero riuscire a vietare l’utilizzo social e app di messaggistica, permettendo ad ogni modo di continuare ad utilizzare lo smartphone per gli altri scopi, ma è comunque molto molto complesso.