Il nuovo studio ha utilizzato cellule staminali e tecniche di “bioprinting 3D” per creare un tessuto oculare che potrebbe poi essere utilizzato nella ricerca a tutti gli effetti. Ha permesso agli scienziati di stampare un insieme di cellule che insieme costituiscono la barriera emato-retinica, che a sua volta è tessuto oculare e aiuta i recettori sensibili alla luce.
La stampante 3D è una tecnologia recente e al contempo quasi datata, ormai in voga da anni, nulla di nuovo teoricamente. Sentita e risentita più volte ma mai così diffusa e ben vista. Infatti, è sempre finita un po’ nel dimenticatoio. È complessa
da utilizzare e richiede tempo, questi alcuni dei motivi principali. Nonostante ciò, un gruppo di studiosi ha deciso di avventurarsi in una ricerca ambiziosa che ne fa un uso inedito ed eccezionale. Una ricerca nata un po’ per caso ma che potrebbe migliorare e cambiare la vita di tante persone.Riuscire a stravolgere le cure attuali per determinate problematiche agli occhi potrebbe persino aiutare contro la cecità in un modo che sembrava impensabile. L’intento di questa ricerca così recente è esattamente questo. Nel tempo ci si avvicinerà sempre più a tale obiettivo, sperando che sia solo l’inizio di una lunga fila di scoperte in salita.