Tendono a formarsi due fazioni, ben distinte. La maggior parte delle persone sono semplicemente entusiaste, con gli occhi spalancati, pensano che la tecnologia sia magica. Pensano che se colpisci un’icona sul telefono magico, il dito stesso evoca un taxi come in una sorta di incantesimo. Queste sono persone che non conoscono né si preoccupano di comprendere l’infrastruttura tecnica estremamente costosa e complessa che è alla base dell’automazione moderna; ad esempio. Così come di tanti altri sistemi, invenzioni e tecnologie. Forse fanno anche bene.
Poi ci sono quelli che capiscono che l’automazione non è un pranzo gratis, che sanno che è costosa e complicata e comporta una serie di compromessi. Sono disposti a pagare qualsiasi somma di denaro pur di usufruire dei migliori comfort. Si potrebbero fare tantissimi esempi probabilmente all’infinito.
Ciò che accomuna le due fazioni è la domanda: i robot ad esempio, così simili a noi, e la tecnologia in generale, un giorno ci sostituiranno? Prenderanno il posto degli esseri umani? Una domanda dalle mille risposte e dai mille dubbi. Da una parte c’è chi pensa che accadrà o che potrebbe accadere, che la tecnologia sarà così avanzata in futuro da diventare incomprensibile persino per chi ne è l’artefice, ci supererà e arriveremo ad un punto di non ritorno.
Dall’altra parte c’è chi più plausibilmente pensa che per quanto lo scenario appena descritto sia possibile, la tecnologia non riuscirà mai ad eguagliare la capacità di adattarsi ed evolversi rapidamente di noi esseri umani. Per questo saremo sempre un passo avanti. Sostituirci potrebbe essere fattibile ma non auspicabile e non duraturo nel lungo periodo. In quest’ottica i robot più all’avanguardia, ad esempio, potrebbe diventare come noi, ma mai superarci.