Tesla ha chiuso il 2022 con una perdita di 700 miliardi di dollari accumulata nell’arco dell’intero anno. L’annata peggiore di sempre per l’azienda automobilistica tra le più rinomate al mondo.
Il prezzo delle azioni Tesla più basso fino ad ora registrato era quello del 2020. Nell’anno appena concluso i ritardi di produzione che si sono verificati in Cina hanno portato ad un nuovo crollo. Anche le preoccupazioni che il CEO Elon Musk sia stato fin troppo distratto dal suo recente acquisto di Twitter sono tra le probabili cause del crollo. In seguito a queste perdite registrate dall’azienda, la sua capitalizzazione di mercato scende sotto i 350 miliardi di dollari. Poco più di un anno fa era stata valutata a 1,23 trilioni. Per rendere l’idea, tale valore equivale al valore di tutte le restanti aziende automobilistiche al mondo messe insieme, ma è ormai un lontano ricordo.
Non solo Tesla ha registrato questi valori inaspettati e deludenti, ma ha anche perso uno dei suoi primati. Attualmente, l’azienda di Musk un tempo imbattile non rientra più nemmeno tra le dieci aziende di maggior valore di mercato esistenti al mondo. Di conseguenza anche il suo CEO, Elon Musk, considerata la quantità di capitale Tesla in suo possesso, non è più l’uomo più ricco al mondo. Questi cali hanno persino portato alcuni investitori e analisti di mercato a ipotizzare che Musk sarà costretto a chiedere aiuto.
Tesla: un crollo delle azioni senza precedenti, il 2022 è il peggior anno di sempre per l’azienda
Il crollo dell’azienda sembra inarrestabile al momento. La sede Tesla di Shanghai, ad esempio, sarà costretta a ridurre la produzione di auto nel 2023, dopo aver già rallentato la produzione nel 2022 a causa delle restrizioni dovute al Covid-19. Altre cattive notizie per la più grande casa automobilistica del mondo includono una nuova legge in California che vieterà a Tesla di pubblicizzare i suoi veicoli come “a guida completamente autonoma”.
Musk durante il 2022 ha anche venduto miliardi di dollari di azioni Tesla per finanziare la sua acquisizione di Twitter. “In termini semplici: quando i tassi di interesse dei conti di risparmio bancari, che sono garantiti, iniziano ad avvicinarsi ai rendimenti del mercato azionario, che *non* sono garantiti, le persone spostano sempre più i loro soldi, provocando così il calo delle azioni”.