Come ogni anno, i gestori delle autostrade aggiornano i propri listini, incrementando i prezzi per i più svariati motivi, ad esempio appunto la manutenzione o la gestione dei tratti di competenza. Tralasciando i tratti gestiti da aziende private, come appunto l’Autovia Padana di cui vi parlavamo poco sopra, scopriamo a quanto corrispondono gli aumenti sui tratti gestiti da Autostrade per l’Italia (ASPI).
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Il rincaro, stando a quanto effettivamente comunicato, sarà pari al 2%
, con decorrenza il 1 gennaio 2023, con l’annuncio però che dal 1 luglio 2023 si assisterà ad un ulteriore incremento pari all’1,34%. Modifiche minime ad occhi nudo, ma che possono indubbiamente incidere di molto sulle tasche dei contribuenti che ogni giorno percorrono a proprio spese le autostrade, ad esempio per recarsi a lavoro.Una brutta notizia mitigata però dallo stesso Matteo Salvini, a capo del Ministero delle Infrastrutture, il quale sostiene di essere riusciti a scongiurare un incremento ben più gravoso per le tasche di tutti noi, in quanto sarebbe potuto essere del 5%.
A mitigare la notizia, la stessa AISCAT ricorda che è dal 2018 che i pedaggi autostradali non subiscono incrementi, e di più l’aumento è inferiore a quelli attuati da altri paesi, ad esempio in Francia sarà del 4,75%, a partire da Febbraio 2023.