Il successo della missione Artemis 1 ha portato risultati sicuramente positivi presso gli uffici della NASA, con il ritorno della navicella Orion presso il Kennedy Space Center, è arrivato il momento di tirare le somme, e di iniziare a capire cosa potrebbe riservare il futuro.
Ora inizierà un periodo di test all’interno di laboratori specifici, nel corso dei quali i tecnici rimuoveranno il kit di volo e tutto il contenuto dell’abitacolo (dove troviamo ad esempio il comandante Moonikin Campos e Snoopy, l’indicatore di gravità), per studiare i dati raccolti, riguardanti la fattibilità della presenza umana nella fase di decollo.
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Orion, la navicella è pronta per l’uomo?
Superata questa fase, si inizierà a valutare il danno eventuale delle parti maggiormente più esposte con l’atmosfera e l’esterno, quali sono ad esempio lo scudo termico, rimuovendo anche i pezzi da studiare in maniera più approfondita.
Ricordiamo che tutti questi test sono in un certo senso di fattibilità, vengono sfruttati per verificare la tenuta della navicella Orion nelle operazioni di decollo e di atterraggio, per comprendere appieno se possa effettivamente sopportare la presenza al suo interno di personale umano, il quale ne dovrebbe uscire ovviamente illeso, anche in caso di problematiche di alcun tipo.
I tempi non sono cortissimi, l’attesa è lunga perché è giusto fare tutti i test e controlli del caso, prima di assistere ad una nuova tragedia, come accade nel lontano 2001, quando tanti astronauti persero la vita.