Il Governo sta avendo serie difficoltà in questo momento in tema carburante. Infatti, il ripristino delle imposte su questi ultimi ha generato moltissime problematiche, essendo che gli automobilisti hanno visto salire tutto d’un tratto il prezzo di benzina e diesel di ben 18,3 centesimi al litro, ovvero l’equivalente dello sconto sulle accise che era previsto per decreto fino al 31 dicembre 2022.
Questa specie di ritorno alla “normalità” ha fatto sì che ci fosse un’importante oscillazione dei prezzi alla pompa che superano addirittura i 2 euro al litro. Chiaramente questa situazione non poteva non essere oggetto di protesta nei confronti del nuovo esecutivo Giorgia Meloni, che si trova quindi in una posizione davvero complicata.
Il prezzo dei carburanti è stato “tagliato” per oltre nove mesi grazie alla scelta dettata dal Governo Draghi in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, andando di fatto a tagliare le accise di 25 centesimi più Iva
. Misura che è poi caduta, come detto prima, con lo scoccare della mezzanotte dell 1° gennaio 2023.Ora il Governo Meloni si trova a fronteggiare uno scenario importante e chiaro. Tuttavia, il suddetto ha deciso di concentrare i 21 miliardi di euro del pacchetto Energia previsti nella Legge di Bilancio su provvedimenti che non comprendono il proseguo del tanto acclamato taglio delle accise.
Anche se gli automobilisti non sono contenti di ciò, i motivi alla base di questa scelta sono noti, anche se quello principale resta sempre quello economico. Di fatto, il Governo Draghi finanziò lo sconto sulle accise anche grazie all’extra gettito assicurato proprio dall’aumento dei prezzi.