Con l’ultimo decreto economico dell’anno, il Governo ha bloccato gli aumenti delle multe previsti per il 2023 e il 2024. I previsti aumenti automatici delle sanzioni legate al Codice della Strada (tra l’11 e il 15% su tutte le multe) sono stati annullati con l’approvazione da parte del Senato della Legge di Bilancio 2023.
Nelle ultime settimane sono state sollevate preoccupazioni per le violazioni che includono l’eccesso di velocità, il parcheggio illegale e l’invio di sms durante la guida, con il rischio che le sanzioni aumentino nel 2023 a causa dell’inflazione. Secondo l’articolo 195 del Codice della Strada, gli importi delle sanzioni stradali sono destinati ad aumentare dell’11% nel 2023.
Per tenere conto dell’inflazione, “la misura delle sanzioni amministrative pecuniarie deve essere adeguata ogni due anni in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (media nazionale) verificatasi nel biennio precedente”. Anche il Codacons
ha lanciato l’allarme sull’aumento del costo delle multe nelle ultime settimane, avvertendo che l’aumento potrebbe avvicinarsi all’11% in alcune situazioni e che sanzioni come il divieto di accesso alle ZTL potrebbero passare da 83 a 92 euro (circa il 10%).Prima che sia troppo tardi, Assoutenti esorta le autorità a prendere provvedimenti rapidi, pregandole di intervenire: “Un aumento delle multe sarebbe controproducente, poiché avrebbe l’effetto opposto a quello desiderato (aumento della sicurezza stradale) e comporterebbe un onere eccessivo per i cittadini”. Ogni anno i Comuni italiani incassano più di tre miliardi di euro sotto forma di multe, denaro che potrebbe essere utilizzato per migliorare la sicurezza stradale attraverso la partecipazione dei cittadini, ma che invece viene tipicamente utilizzato per colmare i deficit di bilancio degli enti locali”.
Una delle alternative che potrebbe ridurre al minimo questi aumenti potrebbe essere la proposta di regolamentare le sanzioni in base al reddito.