Gli scienziati hanno scoperto che i retrovirus endogeni presenti nel lemure topo sono simili a quelli presenti in altre specie di animali, tra cui orsi polari e pecore domestiche. Ciò suggerisce che questi virus possono essere stati trasmessi tra diverse specie di animali in tempi antichi attraverso la linea germinale (i gameti). La scoperta apre la possibilità di ulteriori studi per comprendere meglio come questi virus si evolvano e si diffondano tra diverse specie animali.
DNA: ecco spiegato il mistero
La scoperta è stata fatta utilizzando tecniche di sequenziamento del DNA e l’analisi bioinformatica ed ha aperto nuove prospettive di studio sulla diffusione dei retrovirus endogeni nella storia evolutiva degli organismi. Inoltre, ha evidenziato l’importanza di considerare l’effetto di questi virus sul genoma degli organismi in diverse situazioni, sia in termini di evoluzione che di sviluppo. Infatti, l’effetto dei retrovirus endogeni sulla salute dell’ospite è ancora poco compreso e necessita di ulteriori studi per comprendere meglio il loro ruolo nella biologia degli organismi. Dunque, tale scoperta ha mostrato come i retrovirus siano molto più diffusi di quanto si pensasse, e possono influire in modo significativo sulla vita degli organismi che li ospitano.
La dott.ssa Sharon Kessler, una scienziata e docente presso l’Università di Stirling, ha dichiarato che lei e il suo team sono rimasti molto sorpresi di scoprire che uno dei due retrovirus identificati era correlato ad un ERV descritto negli orsi polari. Ha quindi spiegato che il virus dell’orso polare è relativamente giovane dal punto di vista evolutivo, mentre quello riscontrato nel lemure è decisamente più vecchio e quindi non è chiaro come questi virus affini abbiano infettato specie così geograficamente separate.
Il prof. Alex Greenwood, capo del Leibniz Department of Wildlife Diseases, ha anche sottolineato che questo gruppo di virus sta diventando sempre più interessante poiché molti virus simili vengono trovati in luoghi diversi, compresi quelli molto giovani che potrebbero ancora avere controparti esogene attualmente infettive in natura.