Chiunque sogna di fare un viaggio interstellare, ma finora solo le sonde Voyager e le Pioneer si sono avvicinate a questo obiettivo. Negli anni ’60, un fisico americano di nome Robert Bussard propose un’idea innovativa per realizzarlo: costruire un veicolo spaziale con un potente campo magnetico in grado di raccogliere idrogeno direttamente dal mezzo. Quest’ultimo, chiamato Bussard Ramjet, sarebbe stato poi utilizzato come fonte di energia per la propulsione.
Il progetto di cui vi parlavamo precedentemente è stato reso popolare anche dalla fantascienza di scrittori come Poul Anderson, Larry Niven, Vernor Vinge e Carl Sagan. Tuttavia, un team di fisici lo ha da poco analizzato concludendo che l’idea non è praticabile al momento, poiché richiederebbe un potentissimo campo magnetico per raccogliere l’idrogeno e un reattore a fusione per utilizzarlo come fonte di energia.
I ricercatori dell’Università di Vienna hanno scoperto che il principio base di raccogliere particelle magnetiche potrebbe funzionare, ma per ottenere una spinta
equivalente a 10 milioni di newton, il campo magnetico dovrebbe avere un diametro di 4000 km, il che renderebbe l’idea piuttosto difficile da realizzare.Il Bussard Ramjet sarebbe una soluzione ingegnosa per inviare missioni con equipaggio verso altri sistemi stellari, ma la sua realizzazione è ancora lontana. Progetti precedenti come Orion e Daedalus si basavano sulla propulsione nucleare per raggiungere velocità relativistiche necessarie per i viaggi interstellari, ma anche questi progetti sono stati abbandonati a causa dei problemi tecnici e delle difficoltà nell’ottenere tali velocità.
In generale, il viaggio interstellare è una sfida enorme che richiede una vasta gamma di competenze e tecnologie, tra cui la propulsione, la navigazione, l’energia, la biologia, la fisica e l’ingegneria. Nonostante i problemi tecnici, la scienza e la tecnologia stanno progredendo rapidamente e il Bussard Ramjet o altre soluzioni potrebbero diventare fattibili in futuro.