Durante il normale invecchiamento, il cervello umano subisce diversi cambiamenti. Perde massa quando le cellule nervose muoiono e il volume della materia grigia si riduce, e ci sono cambiamenti cellulari e metabolici nei neuroni.
Ciò si traduce nella perdita di plasticità sinaptica, la capacità dei neuroni adiacenti di trasmettere impulsi nervosi attraverso le loro sinapsi ai neuroni adiacenti. Il risultato complessivo di questi declini è una graduale diminuzione delle capacità cognitive, manifestata come perdita di memoria e incapacità di apprendere.
Recenti ricerche su come proteggere il cervello da questi effetti debilitanti dell’invecchiamento si sono concentrate sul ruolo della proteina specializzata denominata fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF). Questa proteina promuove la capacità del cervello di formare nuove connessioni e percorsi tra le cellule nervose e migliora la sopravvivenza dei neuroni.
Viene prodotto nelle cellule di tutto il corpo, ma la sua produzione diminuisce naturalmente con l’avanzare dell’età. La ricerca sugli animali ha dimostrato che l’aumento di BDNF incoraggia la formazione e l’archiviazione dei ricordi, migliora l’apprendimento e aumenta le prestazioni cognitive complessive.
Ancora nessun effetto sugli umani
Sfortunatamente, l’uso di prodotti farmaceutici per integrare il BDNF negli esseri umani non ha mostrato molto successo. Nel tentativo di identificare interventi non farmacologici accessibili, equi e convenienti che chiunque può adottare per promuovere un sano invecchiamento cerebrale, i ricercatori dell’Università di Otago e dell’Università della Colombia britannica hanno studiato gli effetti del digiuno e dell’esercizio sui livelli di BDNF. I risultati sono pubblicati nel Journal of Physiology.
“Il BDNF ha mostrato grandi promesse nei modelli animali, ma finora gli interventi farmaceutici non sono riusciti a sfruttare in modo sicuro il potere protettivo del BDNF negli esseri umani“, ha affermato l’autore principale Travis Gibbons dell’Università di Otago. “Abbiamo visto la necessità di esplorare approcci non farmacologici in grado di preservare la capacità del cervello, che gli esseri umani potranno utilizzare per aumentare naturalmente il BDNF per aiutare con un invecchiamento sano“.
Precedenti ricerche hanno indicato che sia il digiuno che l’esercizio fisico possono proteggere il cervello dal declino cognitivo legato all’età. Si ritiene che il legame tra questi due fattori di stress sia la loro capacità di costringere le cellule cerebrali a smettere di metabolizzare il glucosio e utilizzare invece un altro substrato per la produzione di energia. Questo cambio di substrato cerebrale è stato implicato nella sovraregolazione della produzione di BDNF, che quindi porta livelli elevati di questa proteina protettiva nel sangue.