Recentemente, un team internazionale di scienziati ha pubblicato uno studio su Nature Communications che suggerisce come il collasso incontrollato della calotta glaciale dell’Antartide occidentale, che potrebbe causare un innalzamento catastrofico del livello del mare, non sia inevitabile. Utilizzando immagini satellitari e registrazioni oceaniche e climatiche tra il 2003 e il 2015, il team ha scoperto che, mentre la calotta continuava a ritirarsi, il ritmo della perdita di ghiaccio diminuiva di intensità in una regione della costa, grazie ai cambiamenti delle temperature oceaniche. Possiamo quindi salvarci dall’apocalisse?
I ricercatori hanno sottolineato l’importanza dell’interazione tra i vari fattori che influenzano lo scioglimento della calotta glaciale e hanno affermato che la situazione solleva interrogativi su come l’aumento delle temperature globali influenzerà effettivamente l’Antartide. Il Professor Eric Steig, dell’Università di Washington a Seattle e coautore dello studio, ha dichiarato: “Quello che si evince dai nostri dati è che il collasso della calotta glaciale non è inevitabile. Dipenderà da come il clima continuerà a mutare nei prossimi decenni, e che potremo influenzare in modo positivo riducendo le emissioni di gas serra”.
Questo studio offre una prospettiva più ottimista rispetto ai precedenti, che avevano evidenziato scenari più catastrofici in relazione allo scioglimento dei ghiacciai e all’effetto del riscaldamento globale sull’Antartide e sull’intero pianeta. Tuttavia, è importante notare che l’Antartide rimane un luogo estremamente vulnerabile alle cambiamenti climatici e che è fondamentale continuare gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare gli effetti del riscaldamento globale.