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L’intelligenza artificiale ci farà diventare completamente inutili secondo Noah Harari

L’ascesa dell’intelligenza artificiale potrebbe avere un risultato più deludente di quanto la maggior parte dei film ci ha fatto credere.

Piuttosto che essere violentemente spazzati via da esseri robotici, l’umanità potrebbe diventare “eternamente inutile” a causa delle crescenti capacità dell’IA.

Questo è secondo l’autore di bestseller Yuval Noah Harari, che esplora il cupo futuro dell’umanità prevedendo “l’ascesa della classe inutile” nel suo prossimo romanzo Homo Deus: A Brief History of Tomorrow.

Secondo studi recenti, alcuni lavori rischiano già di essere sostituiti da lavoratori automatizzati. Eccone alcuni:

  • I contabili hanno il 99% di probabilità di perdere il lavoro a causa delle macchine.
  • Gli arbitri hanno il 98,3% di possibilità di essere automatizzati.
  • I camerieri e le cameriere hanno il 93,7% di probabilità di essere sostituiti dalle macchine.
  • Gli assistenti legali e i paralegali hanno una probabilità del 94,5% di essere automatizzati.
  • I modelli di moda hanno il 97,6% di probabilità di perdere la luce della ribalta a causa dei robot.

Un problema delle prossime generazioni

Lo storico e docente presso l’Università Ebraica di Gerusalemme paragona il destino degli esseri umani a quello del protagonista condannato nella favola del ragazzo che gridava al lupo, secondo The Guardian.

Anche se gli esseri umani hanno da tempo previsto che le macchine prenderanno il controllo di gran parte della nostra società, molte di queste previsioni non si sono ancora avverate.

Ma alla fine, come il lupo, Harari afferma che l’intelligenza artificiale arriverà finalmente a realizzare ciò che molti hanno temuto. Il cambiamento risultante potrebbe lasciare gli esseri umani senza lavoro e senza scopo, spiega The Guardian.

I bambini ne affronteranno le conseguenze”, ha detto Harari a The Guardian. “La maggior parte di ciò che le persone imparano a scuola o all’università sarà probabilmente irrilevante quando avranno 40 o 50 anni.”

Se vogliono continuare ad avere un lavoro, capire il mondo ed essere rilevanti per ciò che sta accadendo, le persone dovranno reinventarsi ancora e ancora e sempre più velocemente”.

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Pubblicato da
Simone Paciocco