WhatsApp, la popolare app di messaggistica, è stata multata per 5,5 milioni di euro dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC) per violazione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). La decisione arriva a quasi cinque anni dall’avvio dell’indagine da parte della DPC, che aveva iniziato a investigare sulla società nel 2018 a seguito di un reclamo di un utente tedesco.
Secondo la DPC, WhatsApp aveva violato gli articoli 12 e 13 del GDPR in quanto non aveva chiaramente specificato la base giuridica o i motivi espliciti per il trattamento dei dati degli utenti. Tuttavia, la DPC ha precisato che non ha proposto ulteriori sanzioni o misure correttive poiché aveva già inflitto una sanzione di 225 milioni di euro per violazioni della trasparenza nello stesso periodo di tempo.
La multa di 5,5 milioni di euro è stata inflitta per violazione dell’articolo 6 del GDPR, che richiede trasparenza, liceità ed equità nei processi di protezione dei dati. WhatsApp ha annunciato di voler presentare ricorso contro la decisione, sostenendo di essere conforme alla legge e di utilizzare i dati degli utenti per migliorare il servizio e garantire la sicurezza.
Questa decisione rappresenta una delle più alte multe inflitte per violazione del GDPR finora, e dimostra la volontà delle autorità di sanzionare severamente le società che non rispettano le norme sulla protezione dei dati. Il processo potrebbe continuare per diversi mesi o addirittura anni prima che la decisione finale venga presa. In ogni caso, questa decisione rappresenta un monito per le società che operano in Europa di rispettare sempre le norme sulla protezione dei dati.