Un team di ricercatori dell’Università di Oxford, in collaborazione con un collega dell’International Institute for Applied Systems Analysis, ha creato dei modelli a pc per aiutare a stimare i cambiamenti della temperatura globale nei prossimi anni a causa dell’eruzione di Tonga dello scorso anno.
Nel loro articolo pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, il gruppo suggerisce che l’impatto sarà abbastanza grande da spingere le temperature globali medie temporaneamente al di sopra del limite di aumento di 1,5°C previsto dall’accordo di Parigi nel 2015.
Nel gennaio 2022, il vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai è esploso con tale forza da inviare enormi quantità di cenere, gas e acqua nell’atmosfera. A differenza di altre grandi eruzioni, l’esplosione ha inviato enormi quantità di acqua (146 milioni di tonnellate) nell’atmosfera. Poiché l’esplosione è stata molto potente, gran parte di quell’acqua si è fatta strada fino alla stratosfera, il che significa che ci vorranno molti anni prima che ricada sulla Terra.
Un grande problema per l’ambiente
In questo nuovo sforzo, i ricercatori hanno utilizzato modelli di trasferimento radiativo per stimare l’impatto della temperatura globale dell’esplosione di tutta quell’acqua nella stratosfera. Hanno trovato un effetto di riscaldamento di 0,12 Watt per metro quadrato, poco dopo l’esplosione. Hanno quindi utilizzato i dati del modello come input per un modello climatico standard per effettuare stime sui probabili aumenti della temperatura media globale nei 10 anni successivi all’eruzione.
I ricercatori hanno tracciato le loro stime in due scenari: basse emissioni e emissioni moderate. In entrambi gli scenari, i grafici hanno mostrato maggiori possibilità che le temperature globali medie superino il traguardo di 1,5°C in un dato anno. La prima mostrava la possibilità di salire dal 50% al 57%, mentre la seconda la mostrava di salire dal 60% al 67%.
I ricercatori suggeriscono che se il traguardo di 1,5°C viene raggiunto nei prossimi anni, non dovrebbe essere considerato un fallimento dalla comunità mondiale perché sarebbe dovuto ad un fattore naturale. Pertanto, tutti gli sforzi per continuare a ridurre le emissioni di gas a effetto serra dovrebbero continuare come previsto.