I dirigibili sono un tipo di aeromobile affascinante, ideali per poter rimanere in aria per lunghi periodi di tempo. Nonostante ciò, oggigiorno non è più comune vederli in volo, a differenza di quanto accade con gli aeroplani e altri velivoli. I motivi dietro alla “sparizione” dei dirigibili sono diversi e non del tutto scontati.
Dirigibili: tutta la verità sulla loro scomparsa
I dirigibili possono essere suddivisi in tre categorie: rigidi, semirigidi e Blimp. Il funzionamento alla base di tutti e tre i tipi è lo stesso e sfrutta le proprietà di gas più leggeri dell’aria (come l’elio o l’idrogeno) per poter rimanere in volo. Ad esempio, i Blimp e i dirigibili semirigidi fanno affidamento sulla pressione interna per mantenere la loro forma, mentre i dirigibili rigidi, come i famosi Zeppelin, avevano all’interno numerose celle che venivano riempite con idrogeno. Tuttavia, questi ultimi caddero rapidamente in disuso a causa degli incidenti causati dall’elevata infiammabilità dell’idrogeno.
L’episodio forse più noto avvenne nel 1937, quando l’aeronave tedesca Hindenburg (l’oggetto volante più grande mai costruito) prese fuoco ed esplose prima di atterrare in New Jersey, causando la morte delle 35 persone a bordo. Fu probabilmente questo avvenimento a diminuire in gran parte la popolarità dei dirigibili, oltre che a determinare l’utilizzo dell’elio come gas di sollevamento.
L’altro motivo principale per cui non vediamo più dirigibili volare al giorno d’oggi è l’enorme costo necessario per costruirli; senza contare inoltre le grandi quantità di elio richieste (maggiori rispetto all’idrogeno) per tenerli in aria. In alcuni casi, un solo viaggio in dirigibile potrebbe richiedere fino a $100.000 di elio.
Tuttavia, una startup sta infatti pensando di utilizzare i dirigibili per volare tra due città, riducendo in modo significativo le emissioni di CO2 causate dagli aerei.