La Corte Suprema italiana ha confermato una sentenza che ha annullato il fatto che si indicava il gruppo di media francese Vivendi come se esercitasse il “controllo de facto” di Telecom Italia (TIM), secondo un documento del tribunale mostrato mercoledì.
L’autorità di vigilanza del mercato italiano Consob ha stabilito che Vivendi, il principale azionista di TIM con una quota del 24%, ha assunto il controllo dei due terzi del consiglio di amministrazione della compagnia telefonica italiana nel 2017.
Il fondo di attivisti Elliott alla fine ha strappato il controllo a Vivendi l’anno successivo. Nel 2020, il massimo tribunale amministrativo italiano ha annullato la delibera della Consob, che ha successivamente impugnato tale decisione.
Vivendi ha rifiutato di commentare. La Consob non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.
Cosa succederà dopo
La sentenza della corte suprema è arrivata nel frattempo che Vivendi chiede modifiche alla governance di Telecom Italia per riflettere meglio il peso relativo degli azionisti.
La sentenza, pubblicata martedì, potrebbe dare al gruppo francese la possibilità di presentare una propria lista di candidati per conquistare il controllo del cda di TIM senza essere costretto a consolidare i conti finanziari dell’ex monopolio telefonico, compresi i suoi 25,5 miliardi di debiti.
Al momento, nessun rappresentante di Vivendi siede nel consiglio di amministrazione di TIM, dopo che l’amministratore delegato del gruppo francese ha lasciato il suo posto all’inizio di questo mese.
Nel 2021, Vivendi e l’istituto di credito statale italiano CDP hanno entrambi sostenuto una lista di candidati presentata dal consiglio di amministrazione di TIM.
Il gruppo francese riprenderà giovedì i colloqui con il governo e il secondo investitore di Telecom Italia, CDP, su un rinnovamento dell’ex monopolio telefonico incentrato su un asset split.