Nell’ultima settimana sono aumentati i prezzi di benzina e gasolio. Tuttavia, l’attenzione è tutta posta su ciò che accadrà a partire dalla prossima, periodo in cui i prezzi dei carburanti potrebbero subire un nuovo importante rincaro.
In base alla media settimanale dei prezzi nazionali pubblicata sul sito del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il costo della benzina in modalità self è 1,871 euro al litro in crescita di 4,18 centesimi (+2,29%); mentre per il gasolio, il prezzo si è attestato a 1,912 euro al litro in aumento di 3,72 centesimi (+1,98%).
“Dati pessimi! Il gasolio sfonda quota 1,9 euro. Come temevamo, con l’avvicinarsi della data del 5 febbraio, ossia dell’embargo dell’UE ai prodotti raffinati provenienti dalla Russia, i prezzi hanno preso il volo”. L’Unione nazionale consumatori ha commentato questi dati settimanali diffusi dal ministero dell’Ambiente, giudicando “da irresponsabili” la decisione del governo di rialzare le accise.
“È a dir poco da incompetenti. Va ripristinata l’agenda Draghi: bisogna intervenire subito quando serve. Se non si riabbassano ora le accise si rischiano pericolosi effetti moltiplicativi sull’inflazione che ridurranno i benefici che si avranno dal calo del prezzo del gas”
, conclude l’associazione.
La data che tutti aspettando è domenica 5 febbraio, giorno in cui entrerà in vigore l’embargo ai prodotti raffinati che provengono dalla Russia. Anche se la decisione è stata già presa il 5 dicembre 2022 dall’Unione Europea, solo dal 5 febbraio verrà estenderà ai prodotti della raffinazione, portando a un’altra pericolosa volatilità sui prezzi dei carburanti.
Tra pochi giorni, mancheranno all’appello più di 1 milione di barili di petrolio al giorno, che ammontano complessivamente a tutta la domande dell’UE. Con la loro sostituzione, scatterà nell’immediato una corsa alla domanda che porterà velocemente a nuovi rialzi dei prezzi alle pompe.
Anche se l’Italia non è particolarmente esposta da questo punto di vista (discorso del tutto differente per il gas), l’embargo potrebbe arrivare ai costi di trasporto che aumenteranno rispetto a questo periodo, con una conseguenza visibile sin da subito anche alle pompe. A quel punto il Governo potrebbe pensare di ricorrere all’accisa mobile, poiché un aumento spropositato dei prezzi di listino alla pompa non può essere assolutamente escluso.