Si parla propriamente di SIM swap quando un numero di telefono viene trasferito da una carta SIM a un’altra. Questo processo si verifica spesso nei casi di portabilità del numero, ad esempio quando un utente cambia fornitore di servizi telefonici. Tuttavia, questo trasferimento può essere usato per attività fraudolente se le parti coinvolte non ne sono consapevoli e non lo accettano.
Visto l’aumento di truffa con questa tecnica del SIM Swap negli ultimi anni, con centinaia di segnalazioni di trasferimenti non autorizzati del numero di telefono da una scheda all’altra, l’AGCOM è intervenuta con una delibera (n. 86/21/CIR, del luglio 2021) che pone le basi per una maggiore documentazione da fornire in caso di passaggio da un operatore telefonico all’altro. Oltre al documento d’identità, la delibera stabilisce che è necessaria anche una copia del codice fiscale e della precedente carta SIM.
Sim Swap, il TAR del Lazio ha chiarito la vicenda
Diverse compagnie telefoniche e Federconsumatori avevano impugnato la decisione dell’AGCOM. In realtà, i ricorrenti sostengono che questa delibera sarebbe stata problematica dal punto di vista della sicurezza dei dati per i consumatori e della concorrenza tra gli operatori telefonici, che ora dovrebbero compiere numerosi passaggi prima di approvare la portabilità del numero di telefono alla luce del regolamento dell’AGCOM.
Ma la decisione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è stata confermata dal TAR del Lazio in quanto conforme a tutte le norme vigenti in materia di concorrenza e sicurezza. Per quanto riguarda quest’ultima, la quantità di documenti richiesti (il codice fiscale e un duplicato della SIM precedente) sarebbe ragionevole, visto il valore pratico della procedura. Per un’operazione sofisticata come il SIM Swap, che, come indicato, è stata recentemente oggetto di molteplici tentativi di truffa, il trattamento di questi dati, che deve sempre avvenire in modo conforme alle norme sulla privacy, appare necessario.
Tuttavia, il Tribunale amministrativo del Lazio ha stabilito che, finché si segue il nuovo procedimento, non ci sono restrizioni al cambio di operatore telefonico per questioni di concorrenza. In sostanza, l’autorità si è mossa nell’interesse dei consumatori e contemporaneamente ha cercato di risolvere un problema, quello degli assalti al SIM swapping, che mirano a sfruttare una falla nel sistema di collegamento tra un numero di telefono e una scheda fisica, e che oggi più che in passato (vista l’importanza dei numeri di telefono degli smartphone anche nelle più elementari operazioni quotidiane) rischia di avere implicazioni importanti sulle vittime delle truffe.