Il tema delle prestazioni dei flagship Samsung è molto spinoso soprattutto se si pensa alla scorsa generazione di device. Attraverso il sistema Game Optimization Service (GOS), l’azienda coreana limitava le prestazioni del device in quasi 10.000 app senza che gli utenti ne fossero a conoscenza.
Tuttavia, il limite delle prestazioni non si applicava alle applicazioni benchmarking, causando quindi un caso mediatico e un danno d’immagine per il brand. Il principio dietro il funzionamento del servizio GOS è giusto, ossia quello di evitare lo spreco delle risorse e gestire la batteria per allungare la vita del device.
Purtroppo, il tutto avveniva in automatico, senza che gli utenti potessero scegliere come intervenire e quali applicazioni limitare. Dopo il polverone legato al GOS, Samsung ha scelto di cambiare approccio e abilitare il
gestore manuale delle prestazioni direttamente all’interno dell’interfaccia utente One UI.
Attraverso un toggle, gli utenti possono attivare e disattivare GOS per ottenere le massime performance. Ecco quindi che i Galaxy S23 sono i primi a poter contare su questo sistema e possono sbloccare tutta la potenza disponibile dal SoC Snapdragon 8 Gen 2 for Galaxy.
Bisogna considerare che il chipset nato dalla partnership tra Samsung e Qualcomm presenta frequenze operative più alte rispetto alla versione base del SoC. Ecco quindi che i Galaxy S23 si preannunciano estremamente potenti, tanto da superare la GPU di Apple A16 Bionic usata sui recenti iPhone 14.
Samsung ha dovuto apportare modifiche importanti ai Galaxy S23 per gestire tutta questa potenza in più. Ecco quindi che tutti e tre i modelli possono contare su un sistema di dissipazione migliorato che permette di raddoppiare la capacità di raffreddamento rispetto alla generazione precedente.