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Energia illimitata, siamo finalmente arrivati ad un punto di svolta

Il Washington Post ha ufficialmente annunciato il ritrovamento del cosiddetto “Santo Graal dell’energia illimitata”. Difatti, in seguito a 70 anni di ricerche e sperimentazioni, un team di esperti della National Ignition Facility in California è riuscito per la prima volta a replicare il processo di nucleosintesi satellitare.

Il bilancio energetico netto è positivo. Ciò significa che la quota di energia originata dal processo di fusione nucleare è nettamente maggiore di quella che serve per l’innesco della fusione. Dunque, la notizia non concerne la riproduzione in laboratorio del processo di fusione nucleare, bensì il guadagno netto di energia prodotta. La storia dell’umanità sta per cambiare?

 

 

Energia illimitata, parliamo di un cambiamento epocale?

Si tratta di una risoluzione a lungo termine? La risposta è sì. Verranno finalmente meno problematiche di scarsità e soprattutto d’inquinamento, ma ci vorrà comunque del tempo necessario per far sì che questa invenzione abbia modo di esistere. Difatti, l’umanità dovrà aspettare ancora un po’ affinché giunga nelle loro abitazioni.

La suddetta è stata ottenuta mediante un esperimento all’interno di una camera a vuoto, o per meglio dire un contenitore dal quale viene buttata fuori l’aria e i laser vengono puntati su un contenitore cilindrico forato

e lungo una manciata di millimetri. All’interno del cilindro c’è una capsula sferica dal diametro di tre o quattro millimetri, dove v’è un guscio che racchiude i due elementi principali per ottenere la fusione nucleare: il deuterio e il trizio.

I fasci laser, andando a penetrare attraverso i fori del cilindro, colpiscono la parte interna del contenitore, andando a generare dei raggi X che colpiscono il guscio della sferetta, asportandolo e trasformandolo in plasma, un gas di particelle cariche elettricamente. Durante la sua espansione, il plasma comprime deuterio e trizio per ottenere la pressione e la temperatura adatta per innescare la fusione.

La progettazione dell’esperimento è avvenuta in maniera tale da rendere il combustibile di fusione sempre caldo, denso e di una quantità ottimale per accendersi, andando di fatto a produrre più energia di quella che i laser avevano depositato. Si parla di circa due mega joule in circa tre mega joule in uscita, un guadagno di 1,5. La produzione di energia ha richiesto meno tempo di quanto ne occorra per percorrere un pollice (2,54 cm).

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Pubblicato da
Christian Savino