Negli ultimi tempi la priorità per la scienza sembra essere investire nell’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. L’obiettivo finale non è solo quello di ricercare dei materiali green ma anche di abbassare i costi di produzione.
Una delle possibili soluzioni potrebbero essere le batterie ai sali fusi, che sono dei dispositivi di accumulo elettrochimico in cui gli elettrodi vengono mantenuti a temperature di fusione per consentire il trasferimento delle cariche. Queste batterie possiedono una minore densità energetica rispetto alle più conosciute batterie al litio.
Le batterie ai sali fusi sono dei modelli dati dall’unione di sodio e zolfo oppure sodio e nichel, chiamate ZEBRA e quelle con metallo liquido. Dal Pacific Northwest National Laboratory (PNNL)
, uno dei laboratori del dipartimento statunitense dell’energia, arrivano le batterie sodio alluminio basate sempre sulla tecnologia dei sali sfusi.Si tratta di batterie con forma appiattita che non necessitano dell’utilizzo di metalli preziosi e di alte temperature per funzionare. Sono composte da un anodo in sodio e un catodo costituito da lana di allumino e tetracloroalluminato di sodio (un sale), divisi da un elettrolita a stato liquido a base di sodio. Le batterie al sodio alluminio mostrano un’energia specifica di circa 119 Wh/kg.
Guosheng Li, uno degli scienziati del Pacific Northwest National Laboratory, ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato che questo nuovo design della batteria a sali fusi ha il potenziale per caricarsi e scaricarsi molto più velocemente rispetto ad altre batterie termiche al sodio, funzionando a una temperatura inferiore e mantenendo un’eccellente capacità di accumulo”