Un nuovo studio pubblicato sulle pagine della prestigiosa rivista “Frontiers in Marine Science” rivela che l’inquinamento da plastica proveniente da tutto il mondo finisce per raggiungere l’Artico, dove deturpa il candido paesaggio.
Analizzando i dati del progetto “Citizen Science”, gli scienziati dell’Alfred Wegener Institute hanno scoperto che un terzo dei detriti di plastica che portavano ancora etichette o identificativi, in modo da poterne analizzare l’origine, proveniva dall’Europa (soprattutto dalla Germania), dimostrando che anche i Paesi industrializzati e “verdi” contribuiscono in modo significativo all’inquinamento di ecosistemi remoti come l’Artico.
Un nuovo studio rivela dettagli preoccupanti
Nell’Oceano Artico sono stati scoperti enormi volumi di rifiuti di plastica, a dimostrazione che l’inquinamento è un problema mondiale che ha raggiunto anche le regioni isolate e disabitate dell’Artico. L’Istituto Alfred Wegener (AWI) presso il Centro Helmholtz per la ricerca polare e marina sta guidando un’importante iniziativa di “Citizen Science” con l’obiettivo di scoprire la fonte di questi rifiuti di plastica, il cui mistero persisteva fino ad oggi.
La dottoressa Melanie Bergmann, che ha ideato l’iniziativa insieme all’autrice Birgit Lutz, ha spiegato: “Per comprendere meglio la natura dei rifiuti plastici che si depositano sulle coste artiche, nel 2016 abbiamo iniziato a collaborare con gli abitanti del luogo. Ora possiamo indagare sulle origini dei rifiuti che presentano etichette, timbri o impronte riconoscibili”.
“Sulla base delle nostre ricerche, sappiamo che i rifiuti di plastica costituiscono oltre l’80% dei contaminanti. Sappiamo che hanno origine sia a livello locale che globale grazie a ricerche precedenti e a modelli computazionali”, ha aggiunto Anna Natalie Meyer, PhD, autrice principale dello studio.
In realtà, la plastica viene introdotta nelle acque a livello locale dalle navi o dai villaggi artici con sistemi di gestione dei rifiuti insufficienti. I detriti (comprese le microplastiche) provenienti da lontano vengono trasportati nell’Artico da fiumi e correnti provenienti dall’Oceano Atlantico, dal Mare del Nord e dal Pacifico settentrionale.
Sulle coste delle Svalbard sono stati rinvenuti detriti provenienti da Brasile, Cina e Stati Uniti. L’8% del totale era costituito da plastica “spedita” dall’Europa, con la maggior parte proveniente dalla Germania. Dato che la Germania domina sia la produzione di plastica che l’esportazione di rifiuti in Europa, il dottor Bergmann conclude che la statistica non è poi così scioccante, nonostante l’alta percentuale.