Nel mondo delle applicazioni di messaggistica istantanea, la lotta per il primato è sempre più serrata. L’ultima diatriba ha visto protagoniste Telegram VS Whatsapp. In particolare, il CEO della seconda citata, Will Cathcart, ha accusato Telegram di non essere sicuro come ci fa credere, scatenando una forte reazione da parte dell’app incriminata. Quest’ultima ha smentito le accuse avanzate dal rivale, e ha pubblicato un comunicato in cui smonta uno per uno tutti gli argomenti portati da Cathcart.
Whatsapp VS Telegram: cosa sarebbe successo?
Telegram ha sottolineato che l’affermazione di Cathcart sulla possibilità di tracciare la posizione degli utenti è fuorviante. Infatti solo lo 0,01% degli iscritti ha reso esplicitamente visibile la propria posizione con la funzione “Rendimi visibile“, la quale permette agli altri utenti di visualizzare l’approssimativa posizione dell’utente. In ogni altro caso, la posizione è completamente privata e non può essere tracciata in nessun modo.
La piattaforma azzurra ha poi difeso la propria crittografia End-to-End, affermando che tutte le chat, inclusi i gruppi, sono crittografate in modo sicuro. In particolare, ha sottolineato che le chat di gruppo utilizzano la crittografia client-server.
Il comunicato di Telegram è articolato in nove punti, ognuno dei quali smonta una delle accuse avanzate da Whatsapp. La società ha affermato che l’elenco è attualmente in fase di espansione, e che presto potrebbero essere aggiunti ulteriori punti.
Ma d’altronde non è la prima volta che le due applicazioni si scontrano sulla sicurezza e sulle funzioni. Telegram infatti ha sempre sostenuto di offrire una maggiore sicurezza rispetto a Whatsapp, grazie alla sua crittografia End-to-End e alla maggiore privacy offerta agli utenti. Stavolta però i ruoli si sono invertiti.