La meteora di Chelyabinsk, che si è verificata il 15 febbraio 2013 sopra la Russia, ha attirato l’attenzione dell’umanità sul pericolo rappresentato dai corpi celesti che si avvicinano alla Terra. Si stima che l’oggetto, che aveva un diametro di soli 20 metri, avesse una massa di circa 12.000 tonnellate. La sua entrata nell’atmosfera ha causato un’esplosione equivalente a 440 chilotoni di TNT, ferendo 1.500 persone e distruggendo finestre e edifici nella zona circostante.
Meteora di Chelyabinsk: rischiamo l’estinzione ogni giorno
Nonostante l’evento non abbia causato morti, come dicevamo ha attirato l’attenzione dell’umanità sul fatto che ciò potrebbe accadere da un momento all’altro anche nel 2023. Si tratta di un pericolo reale poiché si verifica quasi ogni giorno ma in dimensioni ridotte.
Non a caso gli asteroidi sono stati responsabili di molte estinzioni di massa nel corso della storia del pianeta. Per questa ragione gli scienziati stanno lavorando al fine di trovare modi per individuare e monitorare i corpi celesti, così da poterli prevenire o mitigare i loro effetti. Ci sono attualmente diversi progetti in produzione, gli esperti però sottolineano l’importanza della collaborazione internazionale e della cooperazione tra governi, agenzie spaziali e organizzazioni scientifiche. La NASA ad esempio sta lavorando a un progetto chiamato “DART“, che mira a testare la capacità di deviare un asteroide in arrivo mediante un’impatto con un razzo spaziale.
Concludiamo dicendo che la meteora di Chelyabinsk rappresenta appieno il potere della natura e quanto questa possa essere imprevedibile. Inoltre ci ricorda che il nostro pianeta è vulnerabile agli impatti dei corpi celesti.