Inutile dilungarci, passiamo subito al dunque. Uno studio recente ha dimostrato che esiste una correlazione tra il gruppo sanguigno e il rischio di ictus prematuro. I ricercatori hanno analizzato 48 studi genetici che coinvolgevano quasi 617.000 individui di età compresa tra i 18 e i 59 anni, di cui 17.000 avevano contratto la lesione cerebro-vascolare. Quello che è emerso è incredibile.
Ictus: quali sono le percentuali?
I risultati hanno indicato che le persone con una variazione genetica del gruppo sanguigno A avevano un rischio del 16% di avere un ictus prima dei 60 anni, mentre quelli con il gruppo sanguigno B avevano un rischio del 11%. Invece, coloro che avevano il gruppo sanguigno 0 presentavano un rischio ridotto del -12%.
Secondo Steven Kittner, neurologo dell’università del Maryland e principale autore dello studio, le cause di questa correlazione non sono ancora chiare, ma potrebbero dipendere da fattori di coagulazione del sangue, come le piastrine, le cellule che rivestono i vasi sanguigni e altre proteine circolanti che hanno un ruolo nello sviluppo dei coaguli di sangue.
Tuttavia, è importante sottolineare che il 35% dei partecipanti allo studio erano di origine non europea, il che potrebbe limitare la capacità di rilevare specifiche varianti nelle popolazioni non europee. Ciò vale a dire che sono necessarie ulteriori ricerche per replicare e migliorare i risultati ottenuti.
Va detto anche che il rischio di ictus può essere influenzato da vari fattori ambientali, come la quantità di attività fisica svolta, la dieta, il fumo e la qualità dell’aria. È importante anche considerare l’importanza dell’ambiente in cui si vive, poiché vivere in aree verdi può ridurre il rischio di ictus.