L’Italia si sta affannando per sbloccare miliardi di euro di crediti d’imposta congelati che rischiano di strozzare il settore delle costruzioni e lasciare migliaia di famiglie in difficoltà finanziarie.
Allarmato dal fatto che il programma fosse destinato a innescare un’impennata inaspettata del deficit di bilancio, la scorsa settimana il gabinetto del primo ministro ha vietato la vendita di ulteriori crediti d’imposta, che erano legati a una serie di generose promozioni edilizie.
Le società di costruzioni hanno avvertito che la riduzione degli incentivi danneggerebbe un settore che ha contribuito a guidare la ripresa economica dopo la pandemia di COVID. Ma la preoccupazione immediata per molte imprese e famiglie è come recuperare circa 20 miliardi di euro di crediti per lavori già realizzati o impegnati, ma non erogati.
Questa settimana i ministri del governo
hanno incontrato le associazioni bancarie e di costruzione per cercare di sbloccare i fondi.“Dobbiamo salvare i conti pubblici, ma anche proteggere le famiglie e le imprese“, ha detto martedì Maurizio Gasparri, esponente di spicco di Forza Italia, parte della coalizione di governo.
Gli schemi, volti ad aumentare l’efficienza energetica del parco immobiliare italiano pieno di spifferi, sono stati lanciati nel 2020 dall’allora primo ministro Giuseppe Conte per rilanciare l’economia in stallo.
Nell’ambito del programma, i proprietari di case potevano detrarre dalle tasse il costo dei lavori di costruzione per un periodo di 5-10 anni o vendere il credito d’imposta al proprio costruttore come forma di pagamento. Il costruttore potrebbe poi rivenderlo ad una banca, che detrarrebbe la somma dalla propria fattura fiscale con lo Stato.