Il finocchio è un ortaggio che fa parte della famiglia delle Apiaceae ed è coltivato in modo particolare nella parte sud dell’Europa, specialmente in Italia, essendo un ingrediente tipico della dieta mediterranea. Parliamo di una verdura ricca di vitamine A, B, C e minerali ed è famoso per le sue capacità digestive e depurative.
Parliamo di un cibo di fondamentale importanza per la nostra salute, soprattutto per coloro che vogliono mantenere una certa linea. Infatti, questo contiene pochissime calorie ed è ricco di fibre: 31 calorie per 100 grammi. Tuttavia, nonostante questa vasta gamma di benefici, ci sono delle situazioni in cui sarebbe meglio non consumare il finocchio. Andiamo a vedere di quali situazioni parliamo.
Finocchio, le situazioni in cui è meglio non mangiarlo
Non ci sono a livello scientifico dei veri e propri legami tra l’assunzione di farmaci e il consumo di questo ortaggio. Ciononostante, è importante notare che potrebbe essere causa, specialmente in alcuni soggetti già predisposti, delle vere e proprie reazioni allergiche di tipo cutaneo.
In più, alcuni studi fatti di recente hanno invitato alla cautela per quanto riguarda l’assunzione di infusi e tisane a base di semi e di finocchio. Il motivo principale sta nella presenza di estragolo, una sostanza che viene definita come potenzialmente cancerogena.
Se il quantitativo giornaliero medio consumato da un soggetto in buona salute non è elevato, chiaramente non presenta particolari pericolosità e non ce da crearsi grandi problemi. Tuttavia, può essere comunque cosa buona e giusta rivolgersi a un professionista per farsi consigliare la strada migliore da prendere.