In un giorno in cui OpenAI annuncia il lancio delle nuove API di ChatGPT, che consentiranno agli sviluppatori di integrare il chatbot nelle loro app di terze parti, una recente notizia ha lasciato tutta Italia sconcertata. Sembra che l’intelligenza artificiale, abbia accusato diversi politici di aver creato una rete di clientele e di aver gestito in modo poco trasparente gli appalti pubblici. E questo è solo l’inizio.
ChatGPT se l’è presa anche con Vincenzo De Luca, accusandolo addirittura di avere legami con la camorra e di aver utilizzato il potere politico per proteggere gli interessi del clan dei Casalesi.
Ma non è solo il sud Italia ad essere stato oggetto di accuse da parte dell’intelligenza artificiale. Quando sono state fatte le stesse domande su governatori e politici del Nord Italia, il tono è stato completamente diverso. Le risposte del chatbot erano molto più pacate, affermando che tali figure politiche erano state oggetto di critiche amministrative
e che la città di Milano era considerata il motore economico dell’Italia.Ciò che emerge da questa intervista virtuale è la presenza di una sorta di pregiudizio e razzismo nei confronti del Sud Italia. ChatGPT sembra essere stato programmato con una conoscenza distorta e non veritiera della realtà meridionale, accusando erroneamente la Camorra di rendere difficile lo sviluppo economico sano e sostenibile del sud, e dipingendo gli industriali del sud come coinvolti in pratiche illegali e poco etiche.
Tutto questo non ha riscontro nella vita reale e non è mai stato verificato dalle autorità competenti proprio per la loro infondatezza. Ciò però dimostra come le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale possano essere influenzate dalla presenza di pregiudizi culturali e come sia necessario sviluppare tecnologie che siano sensibili alle diverse realtà e culture del mondo.