L’asteroide Bennu, di circa 500 metri di diametro, è stato oggetto di grande attenzione negli ultimi anni poiché è stato classificato come potenzialmente pericoloso per la Terra. Tuttavia, al contempo una buona notizia è arrivata recentemente dalla NASA: la missione OSIRIS-REx ha dimostrato la possibilità di deviare un asteroide, anche se ci vogliono anni di preparazione.
NASA: la missione OSIRIS-REx potrebbe salvarci la vita
OSIRIS-REx è una missione della NASA che ha avuto come obiettivo lo studio dell’asteroide Bennu. La missione è iniziata nel 2016 e ha visto l’arrivo della sonda su Bennu nel dicembre 2018. Il suo scopo principale è stato quello di raccogliere campioni di roccia dall’asteroide e riportarli sulla Terra per l’analisi.
Tuttavia, durante la missione, la NASA ha anche testato la possibilità di deviare l’orbita di Bennu per prevenire una collisione con la Terra in futuro. L’idea è quella di utilizzare una tecnica chiamata deflessione cinetica, la quale consiste nell’impartire una piccola forza all’asteroide per modificare la sua traiettoria.
Per testare ciò, la NASA ha fatto cadere sulla superficie di Bennu un piccolo proiettile chiamato TAGSAM, il quale ha sollevato una piccola quantità di materiale dall’asteroide. Ciò ha creato una forza sufficiente per modificare l’orbita di Bennu di circa 1 cm. Anche se sembra una quantità molto piccola, la NASA ha affermato che è sufficiente per spostare l’asteroide dalla sua traiettoria in modo significativo nel corso del tempo.
Tuttavia, il tempo è un fattore critico in questi casi, poiché più lontano l’asteroide si trova dalla Terra, più facile sarà deviarlo. Quindi, se un corpo celeste viene scoperto in prossimità della Terra, il tempo diventa un fattore critico. Per questo motivo, la NASA sta lavorando per migliorare la capacità di rilevamento degli asteroidi e per sviluppare tecnologie che permettano di deviare gli asteroidi con tempi di preparazione sempre più brevi. La NASA sta anche collaborando con altre organizzazioni internazionali per sviluppare strategie di difesa planetaria in caso di impatto.
Ad ogni modo, la probabilità che il corpo celeste in questione entri in collisione con la Terra nei prossimi 200 anni è molto bassa, pari a circa 1 su 2.700.