Il 7 marzo 2023 è stata una giornata triste per l’agenzia spaziale giapponese, JAXA, e per gli appassionati di spazio in tutto il mondo. Dopo l’ennesimo fallimento durante il lancio, JAXA è stata costretta a distruggere intenzionalmente il razzo H3, il quale avrebbe dovuto portare nello spazio un satellite di osservazione avanzato.
JAXA: cosa sarebbe successo al missile?
Il satellite aveva il compito di monitorare il comportamento della Terra in relazione ai disastri di varia natura, creare mappe e tenere sotto controllo l’attività militare sul pianeta, grazie a un sensore a infrarossi sperimentale realizzato dal Ministero della Difesa giapponese. Questo tipo di attività di monitoraggio è fondamentale per la sicurezza del pianeta e per la comprensione del comportamento della Terra.
Tuttavia, poco dopo il lancio del razzo H3, l’accensione per la seconda fase è fallita per l’ennesima volta, costringendo JAXA a distruggere il missile. Non è la prima volta che l’agenzia spaziale giapponese si confronta con problemi tecnici durante un lancio, infatti solo tre settimane fa ne aveva già interrotto un altro per un ulteriore problema tecnico.
JAXA ha quindi dovuto fermare gli incitamenti e gli applausi degli appassionati e dei residenti locali, nonostante sembrasse che il razzo H3 stesse lasciando correttamente il Tanegashima Space Center, nel sud del Giappone. Il dispositivo infatti stava seguendo la sua traiettoria e il secondo stadio si è separato come previsto; tuttavia, l‘accensione è fallita colpendo l’orgoglio di JAXA e della comunità scientifica internazionale. La distruzione del razzo rappresenta anche un grande spreco di risorse e di denaro, poiché il costo di un lancio nello spazio è molto elevato.
Martedì prossimo, in conferenza stampa, i funzionari di JAXA renderanno pubbliche le cause del fallimento del lancio. Sarà importante capire cosa è andato storto per evitare problemi simili in futuro e per garantire il successo delle prossime missioni spaziali.