La percezione visiva è un compito complesso che coinvolge una vasta gamma di processi cognitivi nel nostro cervello. Le persone autistiche possono avere un modo leggermente diverso di svolgere queste funzioni mentali, che potrebbe influenzare il modo in cui la loro materia grigia costruisce un’immagine. Per comprendere meglio questa neurodiversità, i ricercatori hanno utilizzato l’illusione ottica di Kanizsa per esaminare le onde cerebrali di sessanta bambini, di cui 29 con diagnosi di disturbo dello spettro autistico.
L’illusione di Kanizsa consiste in una forma di base come una linea o un cerchio con pezzi tagliati. Se disposti in un certo ordine, gli spazi vuoti rappresentano una seconda forma nell’area in cui normalmente non c’è. Gli stimoli rilevanti possono essere percepiti come un cerchio o un quadrato, ma non come entrambi contemporaneamente. La comunicazione veloce tra i neuroni è fondamentale per il processo nel suo complesso. Al contrario, gli studi hanno dimostrato che molte persone con disturbo dello spettro autistico presentano un’elaborazione neurale atipica delle informazioni sensoriali.
In sintesi, l’uso di illusioni ottiche può aiutare a comprendere le differenze neurologiche nell’autismo, poiché il nostro cervello utilizza occasionalmente delle scorciatoie per velocizzare i compiti mentali, ma le persone autistiche potrebbero avere un modo leggermente diverso di svolgere queste funzioni mentali. La ricerca ha evidenziato un’elaborazione ritardata dell’illusione nei bambini autistici, che indica che il loro cervello svolge il compito in modo diverso dalla pura elaborazione automatica. Questa scoperta suggerisce che la mancanza di informazioni visive anticipando e integrando le informazioni provenienti da altre fonti potrebbe influire sulla loro percezione visiva.