Il razzo, progettato dalla Relativity Space con sede in California, doveva essere lanciato in orbita da un ex sito missilistico presso la Cape Canaveral Space Force Station. Chiamato Terran 1, il piccolo razzo misura circa 110 piedi. Utilizza motori e una struttura stampati in 3D, in grado di trasportare fino a 1.250 kg. Tuttavia, non mancano le prime problematiche. A circa un minuto dal lancio, i computer di volo a bordo sono stati fermati e la compagnia ha arrestato la missione.
La società che si occupa di questo progetto ha twittato che il tentativo di lancio è stato cancellato a causa del superamento dei limiti di lancio per le condizioni termiche del propellente. “Quando si utilizza il gas naturale liquido, il metano ha bisogno di tempo per raggiungere la giusta concentrazione. Questo è il motivo per cui il nostro prossimo tentativo avverrà tra qualche giorno. Il team sta lavorando diligentemente verso la nostra prossima finestra di lancio che ci sarà nei prossimi giorni”.
Relativity Space ha confermato su Twitter che il prossimo tentativo di lancio ci sarà l’11 marzo. La società ha affermato che i suoi razzi stampati in 3D ridurranno significativamente i costi, per un totale di circa 12 milioni di dollari previsti per ogni lancio. “In confronto, l’onnipresente razzo Falcon 9 di SpaceX può sollevare in orbita più di 22.000 kg e costa circa 67 milioni di dollari per volo”. Sebbene SpaceX abbia fatto volare razzi con parti stampate in 3D più volte negli ultimi anni, non sono all’altezza del nuovo razzo di Relativity Space.
Attualmente, circa l’85% di Terran 1 è costituito da parti stampate in 3D e la società ha affermato che aumenterà questa quantità nelle versioni future. Il razzo, soprannominato anche “Good Luck, Have Fun” (GLHF), per il momento non prevede il trasporto di un carico commerciale in fase di volo. Relativity Space ha deciso di saltare il test antincendio statico finale considerato un passaggio importante dei test pre-volo. “Se tutto va come previsto, preferiremmo lanciare il razzo durante la nostra prossima operazione. Piuttosto che continuare a stressare il veicolo attraverso ulteriori test a terra“, spiega l’azienda.