La Numismatica è una disciplina che sta riscuotendo sempre più interesse, soprattutto grazie alla possibilità di scoprire che alcune valute possono acquisire valore nel corso del tempo. Tra le monete rare più ricercate e apprezzate, ci sono senza dubbio le vecchie Lire italiane, coniate dalla Zecca italiana dal 1861 al 2002. Molte di queste, in circolazione per decenni, sono state conservate e possono rappresentare un vero e proprio patrimonio, spesso sottovalutato.
Monete rare: cosa indicano le sigle?
Il valore di una moneta dipende dal suo tiraggio, cioè dal numero di pezzi coniati, ma anche dallo stato di conservazione. Una moneta in perfette condizioni infatti può valere molto di più di una moneta usata e usurata. A tal proposito, esistono alcune sigle che ne indicano il grado di conservazione:
- D (Discreta): per le monete con le figure impresse non più riconoscibili.
- B (Bella): per le monete lisce per l’usura e dunque poco leggibili.
- MB (Molto Bella): per le monete con forti tracce di usura ma con rilievi ancora abbastanza definiti.
- BB (Bellissima): per le monete usurate ma con i particolari ancora ben definiti.
- SPL (Splendida): per le monete con rilievi nitidi e dettagliati nonostante l’usura.
- FDC (Fior di Conio): per le monete che non presentano alcun segno di circolazione e conservano la brillantezza originale sulle superfici.
Facendo un esempio, la versione del 1970 delle 500 Lire, detta “Fior di Conio”, può valere fino a 5mila euro, così come la versione del 1958 delle 100 Lire con il simbolo della Repubblica Italiana, che può raggiungere i 3.500 euro nella categoria FDC. La versione del 1955 delle 10 Lire con l’allegoria della Libertà può invece valere invece fino a 1.500 euro.
La Numismatica è quindi un hobby che può rivelarsi molto redditizio, ma anche piutosto impegnativo. Per valutare il valore di una moneta è necessario conoscere la sua storia, la sua tiratura, le condizioni in cui si trova e, soprattutto, avere una buona conoscenza del mercato.