La Silicon Valley Bank, una delle principali banche americane specializzate nel mercato tecnologico, è crollata a seguito della crisi che ha colpito l’industria mondiale delle startup tecnologiche. Fondata nel 1983 a Santa Clara, in California, SVB ha scelto di concentrarsi sulle startup, offrendo loro linee di credito agevolate in un settore ad alto rischio. Tuttavia, come molte altre banche, SVB investiva i depositi dei clienti in obbligazioni e titoli di credito, e l’inflazione galoppante dell’anno scorso ha provocato un aumento dei tassi d’interesse, facendo perdere valore a questi investimenti.
Il valore delle azioni della banca è balzato da 180 dollari alla fine del 2020 a un massimo di 754 dollari alla fine del 2021, prima di crollare a 200 dollari pochi mesi dopo. Il crollo del mercato tecnologico globale ha poi peggiorato la situazione, causando perdite miliardarie in borsa e decine di migliaia di tagli di posti di lavoro in settori diversi come smartphone, tablet, PC, cuffie, smartwatch, smartband e semiconduttori.
La SVB è una banca specializzata nel mercato tecnologico
Nonostante SVB abbia cercato di risanare i bilanci vendendo 21 miliardi di azioni con perdite per 1,8 miliardi di dollari, i nuovi investimenti e i prelievi dei consumatori sono calati drasticamente. La Federal Deposit Insurance Corporation ha quindi chiuso la banca e sequestrato beni per un valore di circa 175,4 miliardi di dollari depositati e 209 miliardi di dollari investiti.
Anche se il fallimento della Silicon Valley Bank non avrà probabilmente implicazioni di vasta portata sui mercati globali, è un segnale della crisi del settore e mette a rischio la sopravvivenza delle imprese di investimento e delle startup tecnologiche. Molti clienti rischiano di perdere tutto ciò che avevano depositato nella banca, poiché l’assicurazione governativa garantisce solo fino a 250.000 dollari. La Silicon Valley Bank è il più grande disastro finanziario dal 2008 della Washington Mutual, e rappresenta una lezione sulla necessità di investire in modo oculato e di non sottovalutare i rischi dell’industria tecnologica.