Il 5 marzo in Trentino è accaduto uno spiacevole evento che sta attirando il disappunto e le proteste dell’opinione pubblica e di diverse associazioni italiane.
MJ5, un orso trentino che ha vissuto nella regione per 18 anni, ha attaccato e ferito un uomo mentre passeggiava con il suo cane in un bosco nella Val di Rabbi. L’uomo aggredito, Alessandro Cicolini, ha riferito di essere stato attaccato alle spalle dall’orso e per fortuna non ha riportato gravi conseguenze, tanto da essere dimesso dopo tre giorni dall’ospedale di Cles.
L’orso identificato tramite le indagini genetiche è MJ5, esemplare maschio di 18 anni che non ha mai dato nessun problema di questo tipo in precedenza.
Le polemiche sono iniziate dopo le dichiarazioni del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che fa presente che l’orso responsabile dell’attacco verrà catturato e come conseguenza abbattuto. La decisione riguardo il da farsi con l’orso incriminato, secondo il Pacobace (Piano d’azione interregionale per la tutela dell’orso bruno sulle alpi centro-orientali),
non spetterebbe al Presidente della Regione, ma bisognerebbe attendere il parere dell’Ispra e successivamente la decisione finale verrà presa dal Ministro dell’Ambiente.In difesa di MJ5 si schierano diverse associazioni che condannano aspramente l’eventuale pena capitale dell’orso bruno. Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, dichiara: “Siamo convinti che la condanna a morte di un orso rappresenti una sconfitta sia per l’uomo, sia per il lavoro di gestione e di tutela che viene messo in campo anche attraverso i progetti ‘Life’.”
Dura anche la condanna da parte dell‘Enpa del Trentino: “È necessario che l’Europa sappia quanto sta accadendo ai danni della popolazione degli orsi del Trentino, in contrasto con la Convenzione Di Berna e la direttiva Habitat.”