La clonazione della carta di credito è un reato che mira a rubare fondi dal conto associato alla carta, senza possederla fisicamente. Per combattere questo fenomeno, le banche adottano misure sempre più rigide al fine di proteggere i clienti da frodi e truffe. La clonazione può avvenire in vari modi, ma il più comune è lo skimming, un dispositivo utilizzato per copiare i dati dalla banda magnetica della carta. Questo viene spesso posizionato sugli sportelli ATM o sui POS dei negozi. Gli skimmer sono diventati sempre più piccoli e difficili da rilevare. Talvolta, viene installata anche una telecamera per osservare il codice PIN inserito dall’utente.
Per evitare la clonazione, è importante prestare attenzione a possibili anomalie sugli sportelli ATM o sui POS e utilizzare il chip o il contactless per effettuare pagamenti. Proteggere la carta e il PIN è fondamentale, evitando di divulgarne i dati. Se si sospetta una clonazione, bisogna contattare immediatamente la banca per bloccare la carta
, verificare gli addebiti sul conto corrente, sporgere denuncia e richiedere il rimborso per le somme sottratte. Infine, si dovrà riattivare una nuova carta di credito.Per ottenere il rimborso, è necessario denunciare la clonazione alle forze dell’ordine e inoltrare la denuncia alla banca entro 60 giorni dall’emissione dell’estratto conto. In genere, il rimborso avviene in circa 15 giorni.
La clonazione può avvenire anche online, tramite e-skimming, una pratica che implica l’utilizzo di codici malevoli nascosti nelle favicon dei siti.
Quindi sarà meglio proteggere la carta di credito, affidarsi a siti sicuri, non fornire i dati della carta via email, attivare le notifiche di pagamento, utilizzare password complesse e, se possibile, carte virtuali usa e getta. La legge italiana, nell’articolo 493-ter del Codice Penale, stabilisce che la clonazione delle carte di credito è un reato punito con la reclusione da uno a cinque anni e con una multa pecuniaria.