Nel luglio dello scorso anno, la Drug Enforcement Administration dell’Ohio ha sorvegliato sette utenti di WhatsApp. Per fare ciò, gli agenti hanno chiesto a un giudice di approvare l’uso di strumenti di sorveglianza noti come dispositivi “pen register and trap and trace“.
Questo ha permesso di ottenere informazioni aggiornate su quali numeri gli utenti di WhatsApp stavano inviando messaggi o chiamando, quando, per quanto tempo e da quale indirizzo IP. Quest’ultima parte ha fornito anche una geolocalizzazione approssimativa dell’utente, utile quindi anche per aiutare a rintracciare i latitanti.
Ma nella domanda degli inquirenti per installare il dispositivo di sorveglianza sui sistemi di WhatsApp, non c’era quasi alcun dettaglio sul motivo per cui la DEA volesse spiare tutti quei numeri, indipendentemente da dove si trovassero (quattro dei sette utenti avevano numeri di telefono messicani ) e per un periodo di 60 giorni. Questo perché il governo in realtà non ha bisogno di dare una spiegazione completa a un giudice per ottenere la sua approvazione, grazie a una legge statunitense.
Secondo gli esperti della privacy c’è bisogno di un drastico aggiornamento: le agenzie federali devono fornire maggiori dettagli sul perché devono effettuare questo tipo di sorveglianza.
In Ohio, il governo ha scritto esplicitamente che è necessario fornire solo tre fatti per ottenere l’approvazione per l’uso di questo metodo, nessuno dei quali fornisce alcun background sull’indagine pertinente. Includono: l’identità dell’avvocato o dell’ufficiale delle forze dell’ordine che presenta la domanda, l’identità dell’agenzia che effettua la domanda e una certificazione del richiedente che “attesta che le informazioni potrebbero essere rilevanti per un’indagine penale in corso condotta da tale agenzia“.
Questa spiegazione, si basa sul Pen Register Act all’interno dell’Electronic Communications Privacy Act del 1986. In base a tale legge, i tribunali hanno ritenuto che il quarto emendamento, proteggendo Americani da ricerche irragionevoli, non si applica a tale sorveglianza, quindi non c’è bisogno che gli investigatori mostrino la “probabile causa”.