Andiamo con ordine, il canone Rai è stato introdotto nel lontano 1976, con la Legge n.103 del 1975, consiste in una tassa di possesso di un apparecchio televisivo, che tutti gli utenti devono versare per finanziare il servizio pubblico italiano, più precisamente per coprire i costi di produzione e di trasmissione. Tutti lo devono pagare, o meglio lo devono versare coloro che sono in possesso di televisori o di altri dispositivi i quali possono ricevere direttamente segnali radiotelevisivi. Il suo costo attuale è di 90 euro, suddiviso in 10 rate da 9 euro l’una, versate in automatico tramite le bollette dell’energia elettrica.
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Il canone Rai può non essere versato dagli utenti che dichiarano di non possedere un televisore, infatti la tassa deve essere pagata da tutti coloro che sono fisicamente in possesso di un dispositivo di questo tipo, nel caso in cui non lo abbiano (non deve proprio esserci, non basta non utilizzarlo), è possibile ugualmente richiedere l’esenzione tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate.
In parallelo sono esenti gli over 75 con un reddito famigliare annuo non superiore agli 8000 euro, anche se in questo caso la soglia limite potrebbe variare di anno in anno, secondo le normative che il Governo in carica decide di attivare.